mercoledì 20 maggio 2009

Dino e Laura Battaglia

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Dino Battaglia, Tremotino, (particolare)


Dino Battaglia è stato uno dei più bravi fumettisti che si siano affacciati sulla scena italiana negli anni Sessanta – Settanta. La mia tesi di diploma all’Accademia di Belle Arti è stata su di lui.
Laura Battaglia è una donna deliziosa, tanto leggera e fragile fisicamente, quanto forte di carattere.

Il problema, quando si scrive una tesi, è che bisogna per forza essere oggettivi. Il mio relatore, persona precisa e pignola in maniera inverosimile, tagliava o mi contestava ogni frase che contenesse il minimo accenno di emozione. Sicuramente aveva ragione… infatti è uscita una bella tesi, molto tecnica.
Ma ci sono delle cose che non ho mai potuto dire, su Dino Battaglia e sua moglie Laura, e vorrei raccontarle adesso.

Quando chiamai Laura per chiederle aiuto per la mia tesi, mi invitò a casa sua, nonostante non mi conoscesse e non sapesse nulla di me. La prima volta vi rimasi tre giorni. Dormivo su un divano – letto nella stanza che era stata lo studio di suo marito.
La permanenza in quella stanza mi provocò una serie di emozioni difficili da descrivere: tutto era rimasto come prima che lui morisse, gli strumenti da lavoro erano ancora sul tavolino. Mi mangerei le mani per non aver pensato di scattare nemmeno una fotografia a quella stanza magica.
Dalla finestra filtravano i rumori della città, ed entrava una luce particolare, bianca, soffusa, velata. La luce di Milano.
L’effetto che dava era che lui fosse ancora lì, che non se ne fosse mai andato.
Io penso che ci fosse davvero.

Con Laura riuscimmo a fare un sacco di cose in tre giorni: andammo al cinema, mi portò al Museo, a visitare la Basilica di S. Ambrogio. Erano i posti di Milano che piacevano a Dino Battaglia, in cui loro due andavano a passeggiare nel tempo libero. Mi raccontò della sua famiglia, di come aveva conosciuto il marito, di come lui lavorava. Gli editori gli chiedevano tavole a colori, ma lui non se la sentiva di colorare i suoi disegni, amava troppo il bianco e nero. “Se ne hai voglia, provaci tu”, disse a Laura. Lei, che non aveva mai toccato un pennello prima, imparò ad acquerellare le tavole del marito, diventando la sua principale collaboratrice.
Ma non lo aiutava soltanto in questo; mentre Dino disegnava, Laura gli leggeva i libri, le storie dalle quali sarebbero stati tratti i lavori successivi. Discutevano, si scambiavano opinioni… e Laura cucinava. Aveva fama di ottima cuoca, Laura Battaglia, e quanto fosse meritata, l’ho constatato di persona.
Cucinò cose buonissime, mentre ero là; purtroppo, però aveva l’abitudine di mangiare quando capitava, e di cucinare, non quando aveva fame (pareva non l’avesse mai), ma per il puro piacere di farlo. Io invece ho bisogno di mangiare ad orari precisi e avevo un perenne mal di testa…

Quando vidi le tavole originali di Dino Battaglia, mi venne da piangere. Erano perfette. Non un segno di matita, non una sbavatura, non un ripensamento. Si capiva che il suo era un lavoro lento, certosino. Ma anche inesorabile. Dino Battaglia non era uno che tornava indietro. E non era nemmeno statico nel suo stile. Una volta ricostruita la cronologia delle opere, i progressi saltavano all’occhio, anno dopo anno, tavola dopo tavola.

Mano a mano che ne conoscevo la vita e le abitudini, mi diventava sempre più simpatico: riservato, schivo, casalingo, per nulla amante dei viaggi… rispetto agli artisti che studiavo all’Accademia, tutti “genio e sregolatezza”, sembrava così atipico… e così vicino a me.
Amava il suo lavoro e amava sua moglie. Li aveva amati entrambi così tanto da non avere tempo e spazio per altre passioni. Dentro quella piccola stanza, c’era un universo intero: libri, personaggi, storie, città misteriose, strade labirintiche, donne eteree come fantasmi, nebbie e foreste incantate. Era già tutto lì… dove altro mai avrebbe potuto desiderare recarsi?

Mi sembrava di averlo accanto, che mi spiegava: “Vedi, questo personaggio l’ho disegnato così perché… fa questo gesto, ha quest’espressione… vedi la luce in questa vignetta? Vedi l’inquadratura, la composizione, il segno?”
Invece era Laura.

Lui se n’era andato presto, portato via da un tumore. Riuscivo a sentirne la mancanza, senza averlo mai conosciuto.
Lei, l’ho invidiata, ma non per la fama. I matrimoni tra anime gemelle non sono così comuni: Laura, la sua, l’aveva trovata e, in qualche modo, era ancora lì.

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4 commenti:

  1. grazie di questo bellissimo racconto. Di Battaglia non ho potuto finora leggere molto, ma è bastato a farmelo ritenere il più grande illustratore italiano, e uno dei più grandi al mondo.
    Posso chiederti quali consideri i suoi lavori assolutamente essenziali?

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  2. è difficile dirlo... il libro su Gargantua e Pantagruel è tra i miei preferiti... ma tutti i suoi lavori sono straordinari. Scusa se ho letto il tuo commento solo adesso e non ti ho risposto prima, chiunque tu sia!
    :-)

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  3. Ciao! sto scrivendo una tesi su parte dell'opera di Dino Battaglia, e volevo chiederti in che modo eri riuscita a contattare la moglie e su cosa di preciso hai fatto la tesi, se per te non è un problema, te ne sarei grata. :)

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  4. Ciao Mara, grazie per questa bellissima testimonianza!!

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