venerdì 26 febbraio 2010

VicenzaInsieme

...(il logo di VicenzaInsieme è stato creato da Nadia Zanovello)

... vi sarete chiesti dove sono finita, che fine ho fatto... ve lo siete chiesti? ... no?
Mannaggia!
Beh, ve lo dico lo stesso: sto trascurando il blog perchè mi sto occupando di questo.

Con il nuovo anno è nata anche una nuova associazione, della quale sono molto orgogliosa di fare parte. Si chiama VICENZAINSIEME, e il primo evento con il quale ci presentiamo è piuttosto impegnativo. Oramai manca solo una settimana e il mio cellulare sembra impazzito!
Per dirla tutta, sono presa con le bombe! Dormo poco, mangio poco e sto di nuovo calando di peso.
Ma vi prometto che dopo il 6 di marzo tornerò alla grande! Ho già qualche nuova idea che mi frulla in testa... sarà per il poco sonno? Mah... ora vi pubblico l'invito e poi torno a piegare volantini. E se siete lontani da Vicenza e non potete venire, pensatemi sabato prossimo!

...VicenzaInsieme, con il patrocinio del comune di Vicenza, ha organizzato un'incontro di alto valore tecnico in tema di rifiuti solidi urbani.

Quali sono le difficoltà che incontrano gli amministratori nel porre in atto una seria politica di gestione dei rifiuti?

Qual è la situazione attuale della gestione dei rifiuti solidi urbani nella provincia di Vicenza?

A che punto siamo con la raccolta differenziata?

Quali sono i vantaggi economici di una raccolta differenziata spinta?

Ci sono alternative all’apertura di nuove discariche e alla costruzione di nuovi inceneritori?



L’associazione VICENZAINSIEME si è posta queste domande alle quali si cercherà di dare delle risposte durante l’ incontro di

sabato 6 marzo 2010, ore 9.00

GUADAGNARE CON I RIFIUTI
(meglio riciclare che avere una discarica sotto casa...)

Presso Chiostri di Santa Corona
Contrà Santa Corona, 4
Vicenza


Moderatrice dell’incontro:
Roberta Bassan, giornalista del Giornale di Vicenza.

Relatori:
Maria Pia Ferretti (direttore AATO provincia di Vicenza)
Ezio Orzes (assessore all’Ambiente del Comune di Ponte nelle Alpi, che ha raggiunto nel 2008 l’80% di differenziata)
Carla Poli (direttrice Centro Riciclo Vedelago)

Interverranno all’incontro:
l’ Assessore all’ Ambiente del Comune di Vicenza, Antonio Marco Dalla Pozza,
Vania De Preto, della Cooperativa Insieme di Vicenza,
Nadia Zanovello, Presidente dell’associazione VicenzaInsieme.

Un'incontro rivolto ai cittadini e agli amministratori su uno dei temi d'attualità più scottanti.
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martedì 16 febbraio 2010

...interessa?

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Non è mia intenzione fare di questo blog un sito che parla di politica. Ce ne sono già, di specifici, sulla rete. Chi ne ha voglia può informarsi dove e come vuole. Su Internet si può ancora, conviene approfittarne... però ci sono argomenti che mi chiamano in causa troppo direttamente, e non riesco ad ignorarli.

Si può essere pro o contro qualunque cosa.
Ci si può esprimere come si vuole, in qualunque maniera, compreso (purtroppo) l'insulto gratuito.

Su Facebook, molti miei amici si sono iscritti ad un gruppo che ha il seguente, pretenzioso e altisonante nome: "700.000 iscritti per licenziare la Gelmini".
Naturalmente sono stata invitata... ma ho rinunciato all'iscrizione quando ho letto alcuni dei messaggi lasciati in bacheca.
Non mi va di essere iscritta ad un gruppo di persone che insulta così palesemente un essere umano, arrivando addirittura ad augurargli la morte.
Neanche se l'essere umano in questione è Mariastella Gelmini.

Invece ho firmato la petizione per chiedere di non effettuare tagli alle ore di storia dell'arte nelle scuole italiane (si parla delle scuole superiori e tengo a precisare che le ore di storia dell'arte sono già pochissime).
Purtroppo, non credo che servirà a molto... tranne, forse a testimoniare il fatto che io non sia d'accordo, assieme a molte altre persone, con il tentativo di togliere opportunità di conoscenza ad un popolo già ignorante.

Mah... ho l'impressione che al Ministro vada bene così, avere degli oppositori talmente ignoranti da non riuscire ad andare al di là dell'insulto gratuito è sicuramente un segno dei tempi, della decadenza e dell'impoverimento della scuola, dell'educazione, dell'istruzione, che già da anni imperversa nel nostro Paese.

Così, invece di frenare, la signora Gelmini ha pensato di spingere...
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venerdì 12 febbraio 2010

Stagioni

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(immagine dal web)


Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca,
Marzo libera il solo di prigionia,
April di bei colori orna la via.

Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli,
Luglio scalda le messi al solleone,
Agosto nei granai le ripone.


Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie la tina,
Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno e lo sotterra.


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Per il primo anniversario del blog vi regalo un'altra delle filastrocche che mia madre mi ha tramandato oralmente. Anche di questa, ovviamente, non conosco l'autore, dato che la mia mamma l'ha imparata a scuola da bambina. Un anno intero è trascorso. Aprire questo blog è stato come lanciare un messaggio in bottiglia in un mare già affollato di bottiglie tutte uguali. Ciò nonostante qualcuno ha letto il mio messaggio, e questo lo reputo già di per sè un miracolo... Grazie a tutti voi che leggete.
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domenica 7 febbraio 2010

Senza mani

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("senza mani" - tempera vinilica su tela - Mara Bagatella)

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È successo d'inverno, molti anni fa.
Ero senza lavoro, senza prospettive, senza un progetto.
Beh, no, questo non è esatto.
Un progetto, un sogno, io l'avrei anche avuto, ma sembrava che non fosse possibile realizzarlo.
Le persone che incontravo, con cui parlavo, si dimostravano enormemente stupite, esterrefatte. Ma come? Nel mitico Nordest, terra di benessere, terra di “schei”, locomotiva d'Italia, come poteva essere che qualcuno non riuscisse a trovare lavoro? Era evidente che quel qualcuno (nella fattispecie: io) non avesse voglia di lavorare...
Ebbene, si.
All'epoca, la Crisi non c'era ancora, e nemmeno Brunetta per fortuna, perché io non avevo nessuna scusa, ero davvero quello che oggi chiamiamo una “bambocciona”.
Vivevo con i miei genitori e non avevo nessuna entrata, anche se a casa cucinavo, facevo la spesa, stiravo, facevo la fila in banca, in posta, dal tabaccaio, registravo le fatture...
Certo, facevo la baby sitter, seguivo tre o quattro ragazzini con problemi di apprendimento di vario genere, davo qualche ripetizione di italiano, dipingevo...


Eppure avevo la sensazione di non fare nulla, di essere inutile, di non avere nessun ruolo all'interno della società, di non servire a niente.
Fu in queste circostanze che il mio corpo si bloccò. Non tutto quanto. Solo il braccio destro, dalla spalla in giù. La mia mano destra non riusciva ad afferrare più niente, nemmeno la forchetta a tavola.
Figuriamoci disegnare o dipingere...
Avrei potuto ammalarmi seriamente, in quella situazione, ero ad un passo dalla depressione e dall'esaurimento. Ma una sera, telefonai ad una persona, che mi disse: “Perché non dipingi con la mano sinistra?”
Non sono mancina, ma ci provai... con la forza della disperazione. E siccome non avevo altri soggetti interessanti a disposizione, dipinsi un autoritratto.
Non è molto somigliante, lo ammetto, eppure mi piace molto. Sono passati anni, eppure mi trasmette ancora qualcosa, quando lo guardo. È come se lo avesse dipinto un'altra persona, un'altra Mara, ma riconosco quegli occhi, quello sguardo.
Sono occhi decisi, severi, gli occhi di chi non si arrende. Gli occhi di chi riesce a dipingere anche senza mani.
Non è più successo, da allora. Non ho più dipinto con la mano sinistra e, piano piano, quell'inverno è finito, è passato, è arrivata una nuova stagione e poi altre.


Ma ogni tanto ho bisogno di guardarmi allo specchio e ritrovare quegli occhi, perché c'è sempre un momento in cui mi abbatto e mi sento vuota e inutile. Anche stasera è successo, senza motivo apparente... così mi sono ricordata dell'autoritratto senza mani, e di un inverno che, forse, non è così lontano.
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venerdì 5 febbraio 2010

Solidarietà ai pedofili?

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Lettera di Graziano Guerra, Presidente di S. O. S. Infanzia Onlus (1 febbraio 2010)


La cronaca di questi giorni ha evidenziato alcuni fatti accaduti, o presunti tali, di abusi sui minori. Come accade spesso gli adulti rimangono stupiti, increduli, per non parlare degli abusanti che manifestano complotti a loro carico organizzati dalla criminalità o dagli stessi genitori delle vittime.
Un articolo di un quotidiano nazionale ieri riportava un fatto accaduto ad una bambina di 10 anni che avrebbe subito violenze sessuali dallo zio, fratello del padre.
Usiamo il condizionale "avrebbe" perché il nostro ordinamento giuridico prevede che anche in presenza di una condanna in primo grado a 8 anni di reclusione, come in questo caso, si prevedano altri gradi di giudizio ai quali il condannato può accedere prima che diventi definitiva la condanna.
Il padre, nonostante il fratello fosse già stato condannato a 4 anni di reclusione per un fatto analogo, non aveva creduto che fosse colpevole allora come a quanto raccontato da sua figlia in questo caso. Anche di fronte ad un personaggio recidivo e alla sua bambina che disperatamente raccontava che lo zio "giocava" al dottore con lei esternò alla madre questa aberrante giustificazione: "i bambini, si sa, a volte travisano la realtà."

A completare un articolo di cronaca cittadina, pochi giorni fa, il giornalista riportava un interrogativo emerso da alcuni genitori: "chissà qual è la verità". In questo caso ci si riferiva al trasferimento in carcere di un soggetto che deve scontare una sentenza definitiva per violenza su un ragazzino.
Già, chissà qual è la verità se non crediamo nemmeno più ad una sentenza definitiva di un tribunale italiano che condanna a 5 anni di reclusione un uomo che aveva abusato sessualmente di un ragazzino!
Dovremo forse immaginare che "in nome del popolo italiano" sono accettabili solo le verità che ci fanno comodo? E soprattutto dobbiamo forse manifestare benevolenza e assoluzione per chi svolge una stimata professione?
La giustizia dovrebbe quindi tenere conto che un abusante, condannato e messo in carcere per pedofilia, andrebbe rimesso in libertà in virtù delle sue "eroiche gesta" magari di allenatore di calcio? Si ipotizzano inoltre anche raccolta di fondi per aiutare…la famiglia dell'abusante!!!
In un altro fatto di presunti abusi su un ragazzino della nostra provincia l'indagato proclama la solidarietà ricevuta da tanti genitori (a suo dire). E le vittime? 

Talune volte nei processi per pedofilia si manifestano collegamenti ad una pseudo-cultura secondo la quale già nell'antica Grecia e poi ancora più avanti nella storia i bambini venivano iniziati (e vengono ancora oggi iniziati in alcune tribù) mediante dei riti sessuali ai quali erano sottoposti dagli anziani dei villaggi. In questi casi si vorrebbe far passare l'idea che quei bambini non essendo costretti, obbligati a soggiacere a tali pratiche tutto sommato non subiscono violenza.
Per fare un esempio paragonabile si potrebbe allora considerare che un genitore o un adulto che esercita un carisma su un bambino può tranquillamente far visionare un video pornografico ad un bambino o farlo assistere ad un rapporto sessuale se non c'è costrizione. Alcuni adulti credono che in fin dei conti non è poi così grave o che tanto poi da grandi dimenticano!
Ma per fortuna viviamo in Italia, non nel far west, in uno stato di diritto e godiamo di una legislazione in materia (non tribale ma italiana) in materia di tutela dei minori e vorremmo brevemente ricordare quanto segue: 

La condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. comprende, oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, anche se non esplicato attraverso il contatto fisico diretto con il soggetto passivo, sia finalizzato ed idoneo a porre in pericolo il bene primario della libertà dell'individuo attraverso l'eccitazione o il soddisfacimento dell'istinto sessuale dell'abusante.
La Cassazione ha affermato che il requisito della induzione a compiere atti sessuali si realizza quando, con un'opera di persuasione spesso sottile o subdola, l'abusante spinge o convince l'altra persona a sottostare ad atti che diversamente non avrebbe compiuto.
Non vi è dubbio quindi che siano ravvisabili gli estremi della induzione anche quando si fa credere che si tratta di un gioco, una prova, una sorta di iniziazione al mondo adulto, un gesto di "amore" tra adulto e bambino e così, in modo subdolo e sottile, l'abusante convince i bambini ad assistere o a compiere determinati atti sessuali.

Proprio in questi giorni il nostro Parlamento sta per ratificare la legge che prevede anche il reato di cultura pedofila al fine di contrastare e punire anche gli adulti che "plasmano" a proprio piacimento i bambini con teorie farneticanti secondo le quali se un bambino non viene costretto l'adulto ha il diritto di fargli fare o farlo assistere ad atti sessuali.
Le giustificazioni storiche che si rifanno ad antiche tradizioni sono un classico escamotage per molti pervertiti ma una società evoluta come la nostra le ha ritenute da tempo superate e dannose per i bambini e non c'è oggi persona dotata di buon senso che non abbia acquisito tale consapevolezza.
Noi siamo del parere che questi personaggi vanno fermati, se fosse possibile curati, ma sicuramente va loro impedito, in perpetuo, di avere a che fare con i minori, in tutti i sensi. La legge lo prevede e
fortunatamente viviamo in uno stato di diritto che sa opportunamente valutare e giudicare questi fatti.

Non ci preoccupiamo degli abusanti, o delle loro farneticazioni, che anche dal carcere negano sempre anche i fatti più evidenti, non abbiamo mai conosciuto nessuno che si sia proclamato colpevole, e la nostra esperienza ci conforta nel testimoniare che di loro si occupano adeguatamente gli organi preposti.
Quello che invece crea amarezza è la paura del mondo adulto, di quanti si dovrebbero preoccupare dei propri ed altrui figli.
Ci chiediamo come mai ci sia tanta solidarietà agli adulti indagati o condannati e non si pensa ai tanti bambini con i quali hanno avuto a che fare durante i periodi nei quali erano loro affidati.
Se è comprensibile che i genitori siano a volte inconsapevoli delle perversioni di chi, anche solo temporaneamente, riceve in affidamento i figli, si fatica a comprendere la negazione sistematica di violenze subite quando vengono raccontate dai bambini.

Ed ancora come mai a tanto affetto per chi è indagato o condannato non si contrappone almeno uguale sostegno alle vittime?
Perché non abbiamo letto una sola voce che chiede rispetto e dignità per i bambini vittime o presunte tali?
Sarebbe come dire che di fronte ad un omicidio ci sentiamo più solidali con l'assassino che con il defunto?
Queste situazioni infliggono ulteriori violenze a quei bambini che urlano nel silenzio assordante di adulti irresponsabili. Dove sono gli adulti, uomini nel vero senso della parola? Il sonno della ragione ha addormentato le nostre coscienze o siamo tutti pronti ad indignarci e a chiedere rispetto solo per gli animali?
E per finire: spesso accade che i condannati per pedofilia siano recidivi, come mai alcune scuole, enti pubblici e privati hanno dato ospitalità e credito a questi personaggi, favorendo in tal senso le opportunità al perpetuarsi delle loro nefandezze?
Forse bisognerebbe un pò interrogarsi su questi ultimi aspetti relativi alla pedofilia, organizzare degli incontri formativi rivolti ai genitori, agli insegnanti e a tutto il mondo adulto per conoscere, al fine di capire la complessa dinamica di queste perversioni che purtroppo causano vittime che appartengono ad un fenomeno ancora largamente sommerso.

Diamo voce ai più piccoli, parliamo in nome e per conto dei loro diritti, facciamoci portavoce dei valori universali per riaffermare il sacrosanto diritto di ogni bambino di essere rispettato e tutelato. Non c'è pace senza giustizia diceva Papa Giovanni Paolo II, aiutiamo quindi la giustizia avendo il coraggio di proclamare la verità, anche quando è scomoda, anche quando dobbiamo ammettere che la serenità e la pace dei nostri figli sono più importanti delle nostre false certezze e del quieto vivere di noi adulti.
Oltre ad invitare tutti a non avere paura, a denunciare sempre qualsiasi violazione della sacralità dei diritti dei bambini, ricordiamo sempre lo slogan di Martin Luther King affinchè sia per tutti un monito per agire nell'interesse superiore del Bambino.

"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio
spaventoso delle persone oneste."
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martedì 2 febbraio 2010

Franz Marc

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(Franz Marc - Volpe - 1911)

Franz Marc aveva escluso l’essere umano dalle proprie rappresentazioni pittoriche, sostituendole con figure animali, perché sentiva l’uomo come un “essere impuro”. La sua ricerca di “purezza”, forse da intendersi come aspirazione ad un mondo ideale, perfetto, si riflette non solo nella scelta dei soggetti dipinti, ma anche nella tecnica pittorica adottata.

La composizione, nei dipinti di Marc, è sempre attentamente, meticolosamente studiata: la disposizione di ogni linea è concepita in modo tale da equilibrarsi con le altre, a tal punto che, terminato un lavoro, sarebbe dovuto risultare impossibile togliere, spostare, o aggiungere un solo elemento senza disturbare l’ordine o l’espressività della composizione.

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(principali linee compositive nel dipinto "La mucca gialla" del 1911. Schema a cura di Mara Bagatella)



Ovviamente, alla composizione dei dipinti di Marc contribuisce in modo prepotente l’uso del colore, che l’artista svincola dal naturalismo dopo aver ammirato le opere di artisti fauve come Derain e De Vlaminck (1910).

Marc giunge a concepire una propria teoria sui colori complementari, attribuendo loro dei veri e propri significati simbolici. Il blu rappresentava per lui il “principio della mascolinità, sobrio e spirituale” e lo contrapponeva al giallo, colore femminile, morbido, sensuale, sereno. Il rosso, invece, rappresentava la materia bruta e il pittore lo descriveva come aggressivo e violento.

Mescolando i colori primari tra loro, essi assumevano caratteristiche intermedie, e Marc li accostava tenendo conto dei rispettivi “caratteri”, in modo tale da ottenere un effetto armonico.

Dal 1913 anche la sua visione dell’animale come “essere puro” inizia ad infrangersi, e con essa le composizioni pittoriche. Influenzato dall’Orfismo di Delaunay e dal Futurismo, le figure di Franz Marc iniziano a frantumarsi, avvicinandolo alle soluzioni formali astratte, che l’amico Kandinsky aveva adottato già anni prima.
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(F. Marc - Forme in lotta - 1914)

Ricordo il commento del mio professore di Storia dell’Arte all’Accademia mentre ci mostrava la diapositiva del quadro “Forme in lotta” del 1914.
“A quale pittura sarebbe approdato, Marc, se non fosse morto così giovane?”

Già, perché Franz Marc partì per la guerra, da volontario, nell’agosto del 1914, con l’entusiasmo di chi era convinto che “la Vecchia Europa poteva essere purificata soltanto così”, come scrisse egli stesso in una lettera indirizzata a Kandinsky.

Morì il 4 marzo 1916, a Verdun. Aveva 36 anni.

Nonostante il pesante pessimismo espresso nelle sue lettere, e confermato dalle sue scelte di vita, i suoi quadri sono stranamente poetici e vitali. La sua ossessione per l’ordine compositivo non è subito avvertibile, temperata com’è dall’uso prevalente di linee curve e dalla vivacità dei colori, in particolare nei dipinti del 1911.
Come forse avrete intuito, è uno dei miei autori preferiti…

Se consultate Wikipedia, non troverete molte notizie su Franz Marc. Se vi piace la pittura espressionista, un libro molto bello, che io consulto spesso, è: “Espressionismo” di Dietmar Elger (ed. Taschen).
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