giovedì 31 maggio 2012

E come…

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Sono felice ed emozionata di poter pubblicare questa bellissima poesia. L'autore è un mio recente amico su Facebook, conosciuto grazie a "Le donne difficili", dal quale mi auguro di ricevere ancora altre piccole perle come questa.


Foto: Mara Bagatella
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E come…
(di Flavio Petruzzellis – 30 maggio 2011)
Leggero
senti il vento accarezzare
le creste dei monti
e come un timido amante
leggero con un bacio
vorresti sfiorare
le mani del tuo desiderio.

Sottile
senti la brina salire
dalle foglie nel bosco
baciate dal calore del sole.
e come pioggia sottile
senti il suo profumo
libero nell’aria.

Leggiadre
sono guidate dal vento
le fronde degli alberi
e come folata di aria
leggiadra
vedi la tua giovane donna
danzare le note di un valzer

e vivi di lei.



Licenza Creative Commons
Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.

giovedì 24 maggio 2012

Tarocchi (1)

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Non è forse il sogno di ogni disegnatore? 
Beh, forse di tutti no, ma io ho sempre desiderato di ridisegnare i Tarocchi, o almeno i cosiddetti "Arcani Maggiori", che sono 21.
Così ci ho provato, anche solo per cercare di dare un senso a questa pausa forzata che sto subendo da ormai 5 mesi. Solo che non sono abbastanza coraggiosa, e ve lo dico francamente, questo primo esperimento non mi soddisfa per niente. I primi due Tarocchi che ho ultimato sono L'Imperatrice e La Temperanza, ed è in arrivo L'Imperatore. 

L'Imperatrice - Mara Bagatella 2012 - tempera su carta
La tecnica usata è la tempera (si, la stessa tempera che faccio usare ai miei alunni a scuola) ma credo che abbandonerò questo stile e me ne inventerò un altro. Se riuscirò ad andare avanti, vedrete altri Tarocchi ma molto diversi da questi.

La Temperanza - Mara Bagatella 2012 - tempera su carta
Con il ritmo da lumaca che ho, credo che non finirò mai questo lavoro, ma non importa, lo considero un modo per tenermi attiva, niente di più.
Non saranno bellissimi, ma li metto comunque on line, tanto perchè non pensiate che sto battendo la fiacca, in questi giorni... creare qualcosa in questo periodo della mia vita non è facile, ma ci sto provando.
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martedì 15 maggio 2012

Intervista con me stessa (12)

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"Certo che ci sono dei vantaggi ad essere single! Per esempio, se a cena ho preparato un piatto particolarmente buono, nessuno ha da ridire se lecco il piatto."
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sabato 5 maggio 2012

Morire di poesia

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Deserto 2011, opera di Mara Bagatella, tecnica mista su tela
L'arte ha un potere grande, un potere sottovalutato, quello di liberare le anime. I carcerieri sono la categoria che più di ogni altra conosce questo potere e cerca di sradicarlo, di distruggerlo. Ho letto oggi un bellissimo articolo sulle poetesse afgane, nel blog di Maria G. Di Rienzo. Ne ripubblico un frammento e vi lascio il link, con l'invito ad andare a leggerlo per intero sulla pagina originale.


Landai significa “piccolo serpente velenoso” in lingua Pashto: si tratta di poesie popolari, composte da due versi, che perdono la loro origine non appena vengono recitate. Un landai non appartiene neppure a chi lo crea, le persone dicono di “ripeterlo” o di “condividerlo” anche quando è nato nella loro mente. Gli uomini possono inventare e recitare queste poesie che però, quasi esclusivamente, hanno per voce narrante una donna. “I landai appartengono alle donne.”, dice Safia Siqqidi, poeta ed ex parlamentare afgana, “Nel nostro paese, la poesia è il movimento delle donne dall’interno.” La poesia pashtun ha una lunga storia come forma di ribellione delle donne afgane. E i landai sono di solito micidiali proprio come il morso di un serpente velenoso: diretti, sboccati, concreti, arrabbiati, sensuali, buffi, tragici, vanno diritti al cuore della questione che affrontano. I matrimoni imposti, odiati e derisi tramite dettagli grafici, sono un bersaglio frequente di questo tipo di poesia.

da: Lunanuvola's blog di
Maria G. Di Rienzo


Quando ho letto questa cosa mi è venuto da pensare che questi "landai" sono un po' i twitter senza internet, le condivisioni su FB senza Facebook... un passaparola antecedente, ancestrale, antico... forse la "rete" è sempre esistita.

Alcune poesie di Nadia Anjuman le trovate cliccando qui.


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