martedì 18 settembre 2012

About Banksy, ovvero sull'utilità dell'arte (post dedicato a M.)

M. è uno dei miei allievi più vivaci e intelligenti. Ha una mentalità pratica e quando spiego qualcosa di tecnico, soprattutto inerente all'architettura, capisce subito al volo; è anche curioso e spesso si informa per conto suo sugli argomenti che lo interessano di più.
Tuttavia "Arte e Immagine" non è la sua materia preferita.
Spesso io e lui ci siamo scontrati in discussioni sull'utilità dell'arte, utilità che M. intende soprattutto (o forse dovrei dire esclusivamente) in senso economico.
Fin dalla prima classe delle medie i suoi interventi sono girati attorno alla cruciale domanda: ci si può arricchire con l'arte?
Nel V secolo a. C. Fidia si è imboscato l'oro degli ateniesi, ok, e nel Cinquecento le famiglie nobiliari si contendevano gli artisti più importanti... ok, ok...
Ma ADESSO???
A cosa serve l'arte, oggi? Ci si può fare dei soldi? e soprattutto... a cosa serve studiarla?
"Peanuts" di Charles Schulz
Rispondere a domande come questa non è per nulla facile, anche perchè M. non è tipo che si convince facilmente. Qualche volta, lo ammetto, mi verrebbe da reagire come Schroeder nella vignetta a fianco, ma dubito che in quel caso i miei alunni mi troverebbero affascinante...

Adesso M. ha iniziato la terza e, quando ho annunciato alla sua classe che prossimamente andremo a visitare una mostra importante, con opere che appartengono dall'epoca di Raffaello fino a quella di Picasso, lui mi ha chiesto: "Ma insomma, sono tutti quadri di gente morta? E gli artisti vivi, dove li mettono, i quadri?"

Questo è il genere di domande a cui io continuo a pensare per giorni.
Al mio allievo ho risposto che esistono altri tipi di esposizioni per gli artisti contemporanei, ho fatto l'esempio della Biennale, ma... è davvero così?
Dove sta di casa l'arte, oggi? A cosa serve? Tra cent'anni, quali saranno gli artisti che verranno studiati, quelli che davvero stanno interpretando la nostra realtà contemporanea? Siamo sicuri che saranno quelli esposti alla Biennale? Quelli che si paga un capitale di biglietto d'entrata e poi devi per forza far finta di capire le loro opere, altrimenti fai la figura del pollo?
...

Poi un giorno torno a casa, controllo la posta elettronica e trovo questo link, lasciatomi da un amico:
http://it.wikipedia.org/wiki/Banksy
E ho scoperto le opere di un artista che non fa pagare alcun biglietto... l'unico problema è che le sue opere vengono cancellate in fretta, quindi per vederle bisogna essere o molto veloci, o molto fortunati, oppure bisogna accontentarsi delle foto e dei video su Youtube.
Per i miei allievi (e per tutti gli utenti pigri almeno quanto me) lascio questo video, che non spiega proprio nulla, ma spero susciti un po' di curiosità.



 

... e questa frase tratta dal libro "Banksy, wall and piece"
"L'epoca in cui si raggiungeva la fama solo per il nome che si portava è definitivamente tramontata. Le opere d'arte incentrate solo sul desiderio di essere famoso non ti renderanno mai famoso. La fama è un effetto collaterale di qualcos'altro. Non si ordina un pasto al ristorante se si vuole della merda."

Non so se abbia ragione lui, ma lo spero... 

(Si ringrazia vivamente Wamblee per la consulenza su Banksy e per le sollecite correzioni ai miei difetti di pronuncia del nome dell'artista)

mercoledì 12 settembre 2012

Basterebbe una parola e potrei mettere il mondo nelle tue mani

Tutto il fascino, il cuore stesso dell'insegnamento, in nemmeno 2 minuti di film.
da "Anna dei miracoli"


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