lunedì 31 maggio 2010

Ho deciso di non odiarti

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(sassi - foto di Mara Bagatella - agosto 2009)


Ho deciso di non odiarti
perché non posso odiare in primavera
ho germogli ancora troppo fragili
e sementi ancora da gettare.

Ho deciso di non dimenticare
perché non mi conviene
perché l’oblio è una comoda culla
in cui raggomitolarsi tra i propri errori all’infinito.

Ho deciso che non voglio più pensarci
Ma questa è stata una decisione stupida
Semplicemente perché non mi riesce.
Ho deciso ho deciso ho deciso
ma mi sa che non ho deciso niente
e chissà mai che ne è stato, infine,
del cosiddetto libero arbitrio.


Mara Bagatella - 18 aprile 2010
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Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.

domenica 30 maggio 2010

Sul balcone

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(balcone di casa mia!)

Quest'anno, dopo tanto brutto tempo, il mio balcone ha iniziato a darmi soddisfazioni. Le calendule che ho seminato hanno iniziato a fiorire, avevo conservato i semi dall'estate scorsa.

Anche i peperoncini mi sono nati, tante piccole piantine dalle foglioline verdissime che ho iniziato a trapiantare in vasi più grandi.
Poi però... sorpresa! Tutto è iniziato ieri mattina, ho trovato terra smossa sul pavimento e un buco nella terra di un vaso. Quando sono tornata dal lavoro i buchi erano due! E il terrazzo era un disastro, terra dappertutto!
Ho salvato un paio di piantine trapiantandole di corsa in un vaso più piccolo e ho spostato il vaso... niente da fare!
Quel vandalo di uccello (molto probabilmente un merlo) è tornato nel giro di mezz'ora e ha devastato il resto, prendendosela sempre con lo stesso vaso e le stesse piantine! Questa mattina il disgraziato era tornato un'altra volta... e così mi sono detta: basta! Questa è casa mia, amico, è il mio territorio!
Fuori dai piedi, alla larga, sciò!
E mi sono messa d'impegno a costruire uno "spaventapasseri da balcone", quella specie di filo di bandierine che vedete sulla foto! Speriamo che funzioni! Certo che non mi era mai capitata una cosa del genere...

Vista così dà più l'idea di un comitato di accoglienza che di uno scaccia-uccelli... speriamo che il mio merlo non pensi che a casa mia c'è la sagra del paese e si metta ad invitare gli amici!
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venerdì 28 maggio 2010

L'Africa a scuola 2010

...(libro a forma di casco di banane e maschera - III A - anno scolastico 2009/10)

Le nuove foto che ho aggiunto sulla barra a sinistra sono quelle dei lavori sull'arte africana svolti quest'anno dalle mie classi terze. E' stata una faticaccia, ma i risultati sono stati buoni anche quest'anno! Bravi i miei ragazzi... e una pacca sulla spalla a me (permettetemelo, dai!).

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martedì 25 maggio 2010

Il vaso di vetro incrinato

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Il vaso di vetro incrinato
Non si può aggiustare
Non si può adoperare
Andrà in pezzi da un momento all’altro.


Lo sai
Che lo tieni a fare?


Sullo scaffale più alto
In vetrina
Perché nessuno lo tocchi
Simulacro di sé


Inutile


Solo.


Il segno è sottile
Appena visibile


Taci con tutti
Non lo saprà nessuno
Nessuno saprà


Che il vetro è incrinato
Che il danno ormai è fatto


Che non c’è rimedio


Che non c’è


Rimedio.




Mara Bagatella - 18 aprile 2010
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venerdì 21 maggio 2010

Maggio

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(la splendida foto è di Elena Besco)

Il suono delle campanelle appese alla finestra,

finalmente.

Il profumo dei fiori.

Finalmente.

E il desiderio.

Non ancora di te,

ma di desiderarti.

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Mara Bagatella, 21 maggio 2010
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mercoledì 19 maggio 2010

Jackson Pollock (1)

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I video pubblicati sono estratti dal film "Pollock" di Ed Harris (2000)

Questo è il primo di una serie di post sul pittore Jackson Pollock, ad uso e consumo di alcuni miei allievi che hanno deciso di portarlo agli esami (giuro che non è stata una mia idea!).
Chiedo scusa agli altri lettori di questo blog, ma la persona che me l'ha chiesto è uno a cui non posso dire di no! Anche perchè in tre anni non mi ha mai chiesto niente, si è sempre impegnato con costanza e perciò lo aiuto volentieri... anche se ciò significa lavoro in più per me!

La verità è che non ho mai approfondito lo studio di questo artista, anzi, finora mi ero limitata ad osservarne le opere, senza preoccuparmi di come avesse vissuto la sua vita e di come fosse arrivato a concepire un tipo di pittura tanto rivoluzionario.
Una vera vergogna per un'insegnante di Arte, lo so... ma nella mia carriera di studentessa prima, e di insegnante poi, ho dovuto colmare voragini di ignoranza, se pensate che il mio prof alle superiori ci ha mostrato la stessa serie di diapositive sull'arte minoica per cinque anni consecutivi (senza la minima protesta da parte di noi studenti, se devo essere sincera!).

Un po' alla volta rimedierò... non si finisce mai di imparare!
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lunedì 17 maggio 2010

Programma IPAZIA

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Ieri sono andata a vedere un bellissimo film, “Agorà”, di Alejandro Amenábar, che mi ha fatto conoscere una donna meravigliosa, un personaggio storico che non conoscevo: Ipazia, una donna filosofa vissuta ad Alessandria d’Egitto nel IV secolo dopo Cristo. Oggi, durante la pausa pranzo, ho raccontato la trama del film al mio collega di matematica, ed è venuta fuori una cosa interessante: “Ipazia, hai detto? Ah, si! È il nome di un progetto per valorizzare le ragazze portate per la matematica.”

Lui si riferiva ai progetti relativi ai “giochi matematici” che segue perché è un appassionato e ai quali fa partecipare i nostri alunni ogni anno. Io però mi sono incuriosita e, cercando su Internet, ho trovato che c’è ben di più: il Programma Ipazia è un’iniziativa dell’UNESCO, una rete mondiale di donne scienziato.
Questo post è un mio invito ad informarvi su questo bellissimo progetto (se siete donne che amano la scienza!), ad andare a vedere il film, che a me è piaciuto moltissimo, o almeno a leggere su Wikipedia la vita di questa donna davvero molto singolare.
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mercoledì 12 maggio 2010

Le streghe sporsero reclamo

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(Illustrazione di Mara Bagatella, maggio 2010)


Le streghe sporsero reclamo
presso le divinità
per quel maggio
grigio
senza rose
senza sole.
Poi si guardarono negli occhi
e risero
e siccome
erano streghe
danzarono
sotto la pioggia.


Mara Bagatella, 10 maggio 2010

dedicata a Sandra e Federico
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domenica 9 maggio 2010

Picasso, Guernica (1937)

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Non amo particolarmente Picasso, ma Guernica è una di quelle opere che non possono lasciare indifferenti. Non per niente è stata censurata sia in Italia che in Germania durante i rispettivi regimi dittatoriali. A quel tempo, non se ne potevano pubblicare le riproduzioni, segno che l’arte, quando dice la verità, è un’arma potente e temuta.

Ai miei allievi faccio fare l’analisi di quest’opera da anni, è uno degli argomenti d’esame che chiedo di più. In questi giorni ho corretto le verifiche di storia dell’arte: 3 classi, circa 70 allievi. Ho estrapolato alcune delle descrizioni fatte dai ragazzi e ho deciso di pubblicarle così come sono, errori compresi, spero che così il messaggio di Guernica si espanda oltre i muri dei musei e delle aule scolastiche. Internet dovrebbe servire a questo, in fondo…

1 - (confuso, coerentemente con l’immagine descritta!)


Nel quadro di Pablo Picasso “Guernica”, il pittore rappresenta vari personaggi; partendo da sinistra a destra si notano distintamente il toro e il suo didietro e sotto di esso una figura incomprensibile di una donna che piange per la morte del suo bambino nel grembo, ucciso dal toro, poi più a destra un uccello e degli uomini accasciati a terra dal dolore poi affianco ad essi il cavallo con sopra una specie di sole con accanto una lampada a olio che sbuca fuori da una finestra di una casa e a terra il braccio di un uomo morto che impugna una spada spezzata accanto a essa vi è un fiore. Un uomo più a destra in piedi con una gamba e l’altra ferita e deformata cammina verso la luce mentre affianco a lui un altro uomo che urla dalla disperazione perché gli sta bruciando la casa e non si capisce se lui si trovi dentro oppure fuori dall’abitazione.

Mirko III A 2010
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2- (versione splatter!)

Tutti i personaggi hanno la bocca aperta come per urlare dal dolore e disperazione e tutte le figure sono deformate. C’è un toro che sembra attaccare la gente e lui non è ferito come gli altri al contrario del cavallo con lame e spade attaccato e pugnalato, e dolorante di tutte le ferite subite; bracci staccati gente sgozzata; un lampadario insolito con i bordi seghettati e con una luce fiacca stanca; un braccio staccato con una spada spezzata come se fossero stati sconfitti e un piccolo fiore di speranza ma molto piccolo quasi che sta per svanire poi gente che vuole salvarsi ma che non servirà a niente; un uomo cerca di uscire da casa sua con una torcia perché la casa va a fuoco chiedendo aiuto ma senza riuscita; poi un uomo che va all’inferno sprofondando in una fossa urlando di dolore per le gambe spezzate.

Nora III D 2010
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3- (il precisino…)

A sinistra troviamo il toro e lì vicino c’è anche una madre che si dispera perché ha in braccio il figlio morto. Troviamo poi un uccello che vola e più a destra il cavallo. Sopra di esso c’è il lampadario. Sotto al cavallo troviamo un braccio con una spada spezzata e vicino un fiore. Più a destra c’è un personaggio che allunga il braccio e con in mano una lampada a petroli. Sotto c’è una persona ferita alla gamba e che quindi è costretta a trascinarla. Troviamo inoltre un’altra donna che scappa gridando disperata. Nella scena il cavallo viene ferito e la città distrutta. Nel quadro c’è confusione come quella che c’è durante il bombardamento a una città. Contemporaneamente il quadro mostra quel che succede dentro a una casa che viene distrutta e fuori nelle strade.
La figura è stata divisa in tre parti, la centrale è il doppio delle laterali; [l’opera] ha una composizione piramidale che parte dalla lampada a petrolio e finisce vicino agli angoli in basso. L’autore utilizza solo i neri, grigi e bianchi perché danno l’idea della tristezza che porta la guerra. Quest’opera ricorda il bombardamento della città di Guernica e Picasso voleva denunciare l’orrore e la tristezza che porta la guerra.

Riccardo III C 2010
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Se non riuscite a vedere tutte le figure descritte, non vi preoccupate, non è colpa vostra… il problema è che è difficile trovare una buona riproduzione del quadro, che in realtà è alto tre metri e mezzo e largo più di sette metri e mezzo (per la precisione 349,3x776,6 cm).
Per questo motivo ai miei alunni ho fornito questo schema fatto da me, in cui ho ricalcato solo i contorni delle figure, escludendo le campiture di colore.
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Tuttavia per capire bene la struttura compositiva occorre aver presente almeno le zone chiare e quelle scure del quadro (anche se non si vedono bene le sfumature, non importa), perché solo così si riesce a cogliere lo schema piramidale dell’opera (lo schema piramidale, con cui martello i miei allievi fin dalla seconda media, è una struttura compositiva tipica del Rinascimento).
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Se si osserva bene, negli angoli in basso, a destra e a sinistra, Picasso colloca due forme chiare, una mano e un piede, che formano la base di un triangolo, il cui vertice è formato dal lampadario in alto, a forma di occhio. Questo schema è utilizzato per mettere in risalto il personaggio più importante dell’opera, il cavallo (che è anche la figura che occupa lo spazio maggiore nel quadro).
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Picasso utilizza diversi trucchi compositivi per accentrare l’attenzione dello spettatore su questa figura, nell’apparente caos delle figure dipinte, che si compenetrano l’una con l’altra, secondo uno stile pittorico tipicamente cubista.

PS: se volete dilettarvi con un giochino che faccio fare anche ai miei ragazzi, provate a stamparvi lo schema con i soli contorni dell’opera e a colorare con colori diversi le figure presenti, ad esempio il cavallo e il toro. Scoprirete che non è facile per niente trovare i confini delle diverse figure. Tuttavia è un buon metodo per “entrare” nel quadro e capirne meglio le forme. Buon divertimento!
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Gli schemi compositivi dell'opera di Pablo Picasso, Guernica, sono a cura di Mara Bagatella
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venerdì 7 maggio 2010

Ciacole on Facebook

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Personaggi e interpreti:


Io (in persona)





Lucy (la mia amica psicologa)









Caparezza














Guccini














Ch
arlie (ex alunna metallara)














Venerdì, giorno libero, pausa da ferro da stiro, vado a dare un’occhiata in Facebook e mi imbatto nel seguente link messo da una mia amica, che chiameremo Lucy:
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Io, presa da raptus polemico/ meteoropatico da giornata grigio-variabile primaverile, aggiungo il seguente commento:

"Complimenti all'operatore, che è riuscito a riprendere solo gli angoli belli evitando: discariche di RSU autorizzate e abusive, inceneritori, industrie altamente inquinanti e basi americane in costruzione... che sicuramente all'anatra in volo NON sono sfuggiti! Abitiamo in uno dei luoghi più inquinati al mondo e con i cartelli "mangia genuino, mangia vicentino" ci prendono pure per il culo!"


Lucy si affretta a cancellare il mio commento, poiché il link in questione è diretto al suo fidanzato (pugliese) che lei sta disperatamente cercando di convincere a trasferirsi a Vicenza.
Subentra quindi la solidarietà femminile, e mi piego alle sue (ottime) ragioni, tuttavia le ribadisco di essere piuttosto urtata dall’atteggiamento, che ritengo tipicamente veneto, di glorificare il proprio territorio, per poi subito dopo sacrificarlo in nome del dio denaro. A me sembra schizofrenia (no, in realtà è tutto estremamente coerente) e le suggerisco, dato che di mestiere fa la psicologa, di studiarlo un po’… al che lei mi risponde:

"Eh non solo veneto... non vedi la pubblicità... Mostra tutto sulla Puglia? i film di Rubini, i video dei Gruppi musicali? tutto bello...ma ti ricordi la canzone "vieni a ballare in puglia"? ehhhh purtroppo la realtà è quella lì.... non dicono mai che c'è la percentuale di tumori più alta d'Italia... che l'Enel (che ha la centrale) per comprarsi il fatto di poter inquinare l'aria, fa da sponsor alla squadra di basket.... Bello scambio per i brindisini... la salute per 2 partite di serie A .... ma loro son contenti e allora W Vendola ...."

e siccome io adoro Caparezza:
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Convergiamo sull’opinione che l’Italia sia davvero un Paese unito, nonostante tutto (W Garibaldi!) e Lucy rincara la dose, citandomi il seguente testo:

"Facciamola finita, venite tutti avanti
nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte,
coraggio liberisti,
buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questo benedetto, assurdo bel paese"
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Che io nella mia ignoranza musicale scambio per un testo rap (ma poteva anche essere, senti che ritmo!) invece è di Guccini. Provate a immaginarvela con un ritmo più incalzante… magari do un’idea a qualche amico musicista…
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Nonostante l’argomento sia molto interessante, la mia pausa è finita, sulla barra di stato di FB annuncio a tutti che sto per rimettermi a stirare… ascoltando musica, naturalmente! E quale musica si adatta al ferro da stiro, più dell’heavy metal?
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La mia ex allieva più metallara clicca “mi piace”.

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mercoledì 5 maggio 2010

Resta con noi Signore la sera

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... e adesso ascoltate questa!

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La musica è praticamente la stessa!!! Ma la Chiesa Cattolica avrà pagato i diritti d'autore?
Io voglio i danni morali!!!
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