lunedì 23 marzo 2009

Dal profondo

...


La prossima serie di poesie che intendo pubblicare è molto più recente de “La Primavera a febbraio”, ed è anche molto più breve.
Quando raggruppo una serie di poesie sotto lo stesso titolo è perché riesco a vederci dentro un filo conduttore comune, e in questo caso credo che sia la “dimensione verticale”.
Verticale verso il basso, come il baratro sul quale si affaccia la ninfa Eco o come il pozzo biblico della Samaritana; verticale verso l’alto come le cattedrali gotiche o le torri d’avorio a cui si guarda in attesa di un imminente crollo.
Crolli e cadute.
Vertigini, in un modo o nell’altro.
Temute o desiderate, ma comunque sentite come eventi inevitabili.


Non cercate di capirle, ma piuttosto di comprenderle: forse allora vi diranno più di ciò che io stessa ho scritto.


...


Dov’è andata?
Ho perso la mia voce
chi l’ha udita?
ero là, sulla vetta
affacciata sulla valle profonda
e cantavo.


È successo all’improvviso
come un filo di perle
che si rompe
all’improvviso
una ad una
sono cadute
nel baratro
tutte
le mie
parole
una
ad
una.
E non ho sentito più
nessun rumore.








Mara Bagatella - Canti dal profondo
8 luglio 2008



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