Finalmente l’ho trovato, quasi senza cercarlo, dato che non ho molto tempo per navigare in Internet. Un bel blog di cucina, scritto da un cuoco, però, un cuoco vero! L’ho trovato per caso, e mi è piaciuto subito. Come ho già raccontato tempo fa, io in cucina me la cavo, ma non sono certo uno chef… la mia è una “cucina di sopravvivenza”, i piatti elaborati preferisco mangiarli, piuttosto che prepararli.
Però, riguardo al cibo sono anche curiosa, mi piace assaggiare. Oddio, la minestra con il pop corn, devo dire la verità, mi lascia un po’ perplessa… (deve trattarsi di quella che chiamano "cucina creativa...) ma quando ho visto il post sulle rane fritte, mi è venuta una gran voglia di fare un giro a Parma ad assaggiarle!
E pensare che il mio primo (ed unico, finora) approccio alle rane fritte è stato traumatico, a dir poco… La vicenda risale a qualche anno fa.
Mio padre, che ha ascendenze chioggiotte, aveva acquistato le rane ed un pesce gatto, e voleva cucinarseli “come li faceva sua madre” (il che significa che avrebbe inventato una ricetta lì per lì, perché lui in realtà non si ricorda di come cucinava mia nonna). Purtroppo in quel periodo era oberato di lavoro e non trovava mai il tempo. Rane e pesce erano parcheggiati in frigorifero già da tre o quattro giorni, quando alla fine si decise a telefonarmi, dato che ero a casa e il pranzo, a quel tempo, lo preparavo io.
"Mara, nel frigo ci sono le rane e il pesce gatto, dovresti cucinarli altrimenti vanno a male!"
"Ma papà, io non so cucinare il pesce gatto… e nemmeno le rane!"
"Ah, basta che le infarini e poi le friggi."
"Tutto qui?"
"Si, e anche con il pesce fai lo stesso. Lo tagli a pezzi, lo infarini e lo friggi."
"… va bene…"
E così, prendo la farina, l’olio, la padella, apro il frigo, tiro fuori i cartocci e… sorpresa!
Il pesce gatto era ancora vivo!
Si, dopo 4 giorni di frigorifero era vivo, gente! Respirava e muoveva la coda qua e là… avete presente?
Che cosa ho fatto io? L’ho ammazzato, si capisce.
Ora non cominciate a pensare che io sia un’insensibile pescicida… è solo che voi non avete mai visto mio padre quando tornava dal lavoro stanco, nervoso e affamato… se lui voleva il pesce gatto fritto, io glielo dovevo preparare. Punto.
Non chiedetemi come ho fatto… non me ne ricordo volentieri. Per fortuna era un pesce gatto piccolo. Praticamente, un pesce gattino. Quanto sono coriacei i pesci gatto, non ne avete idea! E con quei baffi, poi! Fanno un’impressione!
Morale della favola, a pranzo, mio padre ebbe la sua frittura (che io assaggiai appena), ma gli dissi chiaramente che la prossima volta che gli veniva voglia di comprare rane e pesce gatto, doveva mettersi in testa di cucinarseli da solo.
Inutile dire che le rane fritte non sapevano da niente…
...
qui le fanno buonissime !
RispondiEliminaAhhh che orrore! Io non ho il coraggio nemmeno di assaggiarle le rane! Per l'amor di dio! Il pesce gatto poi mi hanno detto che sa di fango! Bleeeee! Poi se penso di dover uccidere una bestia.. noo! Piuttosto divento vegetariana!
RispondiEliminaehehe... Erica... lo sapevo che avrei sconvolto qualcuno con questo post! Del resto, ho i miei lati sanguinari!
RispondiElimina:-)))
Mara
Che ridere ma... ommamma!!!! Il pesce gatto vivo.... mi è venuta la pelle d'oca solo a leggere.
RispondiEliminaCiao, Marta.
Oddio....mi ha fatto venire la pelle d'oca....come ha fatto????? Vivo nel frigo... do ragione a Erica....piuttosto divento vegetariana....
RispondiEliminaUn bacio Cate
Bene, mi fa piacere che vi sia venuta la pelle d'oca... questa è una buona cosa. Viviamo troppo inconsapevolmente... ogni volta che mangiamo un arrosto, un salume, una frittura di pesce, dovremmo pensarci. Non l'abbiamo ucciso noi, ma qualcuno per noi l'ha fatto. Io non sono vegetariana, penso non lo diventerò mai, ma cerco di non eccedere nel mangiare carne.
RispondiEliminaE quando lo faccio, sono grata alla natura, all'essere che è diventato il mio cibo. Ci vuole rispetto, e consapevolezza. Quando ero piccola vedevo mia zia che uccideva i polli e poi li spennava e li ripuliva dalle interiora. Erano considerati una cosa preziosa, da non sprecare mai. Pensiamoci quando idealizziamo un passato contadino che immaginiamo facile e pulito...
Sacrosante parole Mara. A volte siamo troppo ipocriti sul cibo. Ci dispiaciamo quando vediamo ammazzare un animale ma se lo troviamo già nel piatto non abbiamo il minimo rimorso a mangiarlo. Proprio vero: occhio non vede cuore non duole. Visto che oramai il pescicidio l'hai fatto non ci sveli in che modo? Potrebbe tornare utile a chi volesse mangiare un pescegatto : )))
RispondiEliminaCiao, Nicola