"Certamente c’è apprezzamento" per il ricorso annunciato ieri dal governo italiano contro la sentenza con cui la Corte dei diritti umani di Strasburgo ha detto no al crocifisso nelle aule scolastiche italiane. Lo ha detto il segretario di Stato Vaticano cardinale Tarcisio Bertone a margine di una conferenza stampa all’ospedale pediatrico Bambin Gesù. "Io dico - ha detto il porporato - che purtroppo questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche della festa recentemente ripetuta la vigilia del primo novembre e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita che io deploro. Dobbiamo cercare con tutte le forze - ha detto Bertone - di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede. Le strade pubbliche debbono togliere tutti i crocifissi?".
Questo brano l’ho estrapolato da Internet, ma immagino che nei giorni scorsi l’abbiate sentito e risentito, in tutti i TG, ripetuto in varie salse nei programmi di approfondimento, per radio, sui giornali.
Spesso su questo blog mi sono occupata di simboli. È il mio lavoro, io mi occupo di immagini. Ma a cosa servono i simboli? Ai miei alunni spiego che sono “immagini concrete che rimandano a significati astratti”.
Il crocifisso è un simbolo religioso, ma che significato ha per noi? Appeso alle aule scolastiche, ha un senso?
Spesso, con la materia che insegno, io parlo in classe di religione. Gran parte delle opere d’arte ha una funzione religiosa, ragion per cui affronto di sovente l’argomento. Vi assicuro che è assai arduo spiegare ad una classe i simboli dell’arte medievale o opere come “La Trinità” di Masaccio a persone che di cristianesimo non sanno niente, eppure mi capita molto spesso… e non sto parlando dei miei numerosi alunni extracomunitari, ma dei ragazzi italiani.
La scuola è un’istituzione laica. Io sono convinta che le conoscenze di base riguardanti la religione, i ragazzi le devono ricevere in famiglia e in parrocchia, non a scuola. Se i miei alunni vengono in classe senza sapere nulla del valore del crocifisso che sta lì appeso, per loro, che ci sia o non ci sia, che differenza fa? Quel simbolo non dice loro proprio nulla.
Sono molto più preoccupata di altre cose, riguardo alla scuola, dico la verità. Per esempio dei tagli dei posti di sostegno e delle ore di completamento, proprio quelle che noi insegnanti utilizzavamo, non solo per coprire le supplenze quando qualche collega si ammalava, ma anche per seguire i ragazzi in difficoltà.
Sono cresciuta in una famiglia cattolica, ed ho ricevuto un’educazione cristiana. Anche se ad oggi non sono più praticante come un tempo, anche se ho maturato una certa criticità nei confronti dell’apparato ecclesiastico, ci sono valori cristiani in cui credo ancora: l’amore verso il prossimo, l’accoglienza, occuparsi e prendersi cura di chi è più debole.
Che scuola è quella che lascia indietro i più deboli? Quella che taglia sui posti di sostegno? Che valori trasmette?
Mi dispiace per il cardinal Bertone, ma a queste condizioni, il crocifisso in classe diventa davvero un simbolo vuoto. Ma la colpa non è dell’Europa. Direi che dovremmo farci un po’ tutti un serio esame di coscienza. I primi simboli dei valori cristiani, i simboli vivi, dovrebbero essere i cristiani stessi, o quelli che si professano tali.
Tutto il resto è solo demagogia.
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"Che scuola è quella che lascia indietro i più deboli? Quella che taglia sui posti di sostegno? Che valori trasmette?"
RispondiEliminaConcordo pienamente, il simbolo religioso diventa solo un vacuo riempitivo se poi i valori fodanti del cristianesimo, l'amore per il prossimo in primis, vengono meno.
sante parole... (e non è una battuta!).
RispondiEliminacondivido pienamente.
ma quanto siamo arretrati come paese... e quanta ipocrisia... è questo che mi spaventa di più!
m.
Sono d'acccordo con lei...
RispondiElimina"Io sono convinta che le conoscenze di base riguardanti la religione, i ragazzi le devono ricevere in famiglia e in parrocchia, non a scuola." .......
Già,è vero, ma sa quanti ragazzi di terza siamo ai gruppi parrochhiali????.......2.... e da tre anni siamo i soliti: io e un'altro ragazzo....
Non capisco cosa serva togliere o mettere il crocifisso...io conosco persone belle truccate e tirate fino all'ultimo che manco sono coscienti di averlo davanti agli occhi....
Mi dispiace molto dover dire questo ma oramai la religione è passato all'ultimo posto...io sono cristiana praticante,faccio la chierichetta in parrocchia da 4 anni e vado ai gruppi,ma mi sono accorta di una cosa....dopo una certa età la religione viene dimenticata...e perchè... perchè è più importante chiattare e navigare la domenica invece che dedicare un'ora alla messa...una volta ,mi racconta mia mamma, i gruppi erano luogo di ritrovo...si e di chi??? attualmente di 2 persone.....continuano ad arrivarne di nuove, bambini di 3°- 4° elementare ma gli altri dove sono??????????
Perchè togliere il crocifisso???Tanto alla fine chi ci fa caso????
Mi dica cosa ne pensa Baci Cate
Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
RispondiElimina“Anche sulla questione del crocefisso nelle scuole e negli edifici pubblici esiste una chiara differenza di posizioni all’interno della Chiesa cattolica, anche se i punti di vista diversi da quelli ufficiali fanno fatica a farsi conoscere.
Di fronte alla secolarizzazione e ai problemi pastorali che essa pone a chi vuole proporre il Vangelo all’uomo di oggi, l’atteggiamento di troppe strutture ecclesiastiche è quello di scegliere una scorciatoia; essa consiste in “campagne” per la difesa di simboli, per cercare di ottenere strumenti legislativi a favore delle proprie posizioni o delle proprie strutture, per ottenere un’affermazione formale e pubblica delle tradizioni e delle radici cristiane dell’Europa, per difendere ogni privilegio concordatario dove esiste e per ricercarlo nelle situazioni nuove (paesi dell’Est). Non ci si rassegna al superamento di una cultura della cristianità. L’ostilità alla sentenza della Corte di Strasburgo è la conseguenza di questo atteggiamento generale.
Ma esiste un altro punto di vista. Esso, di fronte alla necessità di una nuova e credibile evangelizzazione, pensa che si debba puntare soprattutto alla crescita della vita di fede nella coscienza dei credenti e nella vita delle comunità cristiane e alle “opere” di cui parla il Vangelo. Esse consistono oggi nell’impegno per il cambiamento, nella vita democratica, nei rapporti sociali, nei rapporti tra Nord e Sud del mondo e nella pace fondata sulla giustizia e il disarmo. Così il Vangelo può diventare più credibile agli occhi dell’uomo di buona volontà e in ricerca, usando povertà di mezzi materiali (Matteo 10,9). Questa posizione si richiama al Concilio Vaticano II ed al suo spirito, è proiettata in una prospettiva ecumenica, crede nella fratellanza tra tutte le religioni, senza alcuna bandiera o simbolo, per affrontare i problemi dell’umanità all’inizio del terzo millennio.
Perché non avere un atteggiamento positivo nei confronti della domanda di laicità e di parità del ruolo di ogni religione? Perché non prendere atto che la storia dell’Europa è stata molto segnata dal cristianesimo, con grandi luci e con grandi ombre, ma anche da altre culture (per esempio l’illuminismo, il liberalismo, il socialismo…) ? E’ una questione di onestà intellettuale, non ci sono primi della classe.
Il crocefisso è un simbolo religioso, su cui meditare nel raccoglimento della propria preghiera personale e comunitaria. Come simbolo (improprio) dell’identità e della cultura nazionale esso viene usato strumentalmente da tutta la destra miscredente (quella degli atei devoti e di quelli che adorano il Dio Po)e da quella cristiana fondamentalista. Il Vaticano e la CEI non vogliono e non riescono ad avere una posizione più equilibrata e attenta a tutte le sensibilità presenti nella Chiesa ma, anzi, contribuiscono ad alimentare rivendicazioni e acide polemiche.”
Roma 4 novembre 2009
Mi fa piacere che i miei post suscitino delle reazioni così! Sono riflessioni mie, ma spero sempre che facciano riflettere anche qualcun altro!
RispondiElimina:-)
Mara