sabato 18 aprile 2009

Mai sola

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"Polenta" - acquaforte acquarellata - Mara Bagatella 1994

Qualche settimana fa è venuta a trovarmi a casa la mia amica Michela, con la sua bellissima bambina di 4 mesi. Si è seduta, abbiamo preso un caffè, abbiamo chiacchierato e ad un certo punto se n’è uscita con questa frase: “La tua casa non sembra affatto quella di una persona sola. Dà l’impressione che tu ci abiti con qualcuno.”
Dato che avevo appena sistemato il soggiorno, proprio in previsione della sua visita, non credo si riferisse al disordine… e nemmeno alla mia coniglia Minni, che è l’unica mia coinquilina.
In realtà non è una frase nuova, anzi, ultimamente mi viene detta spesso.

La prima volta me la disse il mio professore di incisione dell’Accademia, durante uno stage, diversi anni fa. Eravamo in un posto molto bello che si chiama “Casa dell’artista” a Canale di Tenno, e disegnavamo gli antichi attrezzi contadini del piccolo museo locale. Io avevo scelto il paiolo di rame per fare la polenta.
“La Mara non è mai sola” mi disse mentre ero intenta a tracciare i contorni del viso di una vecchia immaginaria, con il naso dentro il paiolo.

Sguardi interrogativi.
Il mio e quelli dei miei compagni di corso che stavano disegnando accanto a me. Non sono mai riuscita a capire esattamente a cosa si riferisse… forse alla quantità di personaggi immaginari che affollavano i miei fogli da disegno.



è una frase che mi sono sentita dire altre volte, in seguito. Ormai ho capito che la gente mi percepisce così.
Eppure, ogni volta mi stupisce. Perché io mi sento sola, eccome.
Beh, non in continuazione, questo no… a giorni alterni, diciamo così... a periodi, ecco. Sono cosciente di avere accanto molte persone che mi vogliono bene, disposte ad ascoltarmi e a darmi aiuto in caso di bisogno. Eppure ci sono giorni in cui la sensazione di vuoto pneumatico intorno a me è assoluta, nulla sembra poterla scalfire. Non mi fa paura, ma mi rende profondamente triste.
E allora, cosa faccio? Qualche volta prendo in mano il cellulare e chiamo il mondo. È una soluzione un po’ costosa, ma efficace. Altre volte, invece, non faccio proprio niente… mi metto alla finestra, a guardare la pioggia, e ascolto la mia solitudine: a farci attenzione, si imparano un sacco di cose…
Ciò che mi meraviglia è che le persone si soffermino ad osservare proprio questo lato di me, privilegiandolo rispetto ad altri. Probabilmente il “fattore solitudine” ha un fascino tutto suo… sentirsi soli e tuttavia in pace con se stessi sembra un abbinamento molto strano.
Beh, vi do una notizia, gente: non sono così strana, mi sento sola esattamente come voi, e nient’affatto in pace. Siamo tutti soli, in un modo o nell’altro, questo l’ho scoperto diverso tempo fa.

È altrettanto vero però che siamo sempre in compagnia di noi stessi… peccato che quella sia una compagnia tanto sottovalutata…

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