mercoledì 4 agosto 2010

Cimiteri

...

(cimitero monumentale di Milano - immagine dal web)



È da un po’ di tempo che non sogno cimiteri. Quello di trovarmi all’interno di un grande cimitero è uno dei miei sogni ricorrenti dall’infanzia. Non pensate male, però: niente incubi, niente di cupo o di pauroso.

I cimiteri che io sogno sono di quelli monumentali, immersi nel verde. Spesso sono collocati sulla sommità di una collina, e al centro si erge una grande cattedrale, imponente, antica e labirintica. Le tombe sono ricche, decorate con molte statue e simboli. Le più grandi, a volte, con mosaici colorati e scintillanti.

Nei miei sogni i cimiteri sono luoghi misteriosi e solenni, che io sono ansiosa di esplorare. Nei miei sogni di cimiteri non è mai notte, e i colori sono vivaci: alberi verdi, muri di sasso o mattoni rossi, marmi, decorazioni in ferro battuto. Spesso c’è della gente, che mi accompagna oppure che passa di lì, in visita. Ma nessuno piange.
Mi sono spesso chiesta il significato di questi sogni.

Poco prima di aprire questo blog, avevo sognato un cimitero, ma non era come al solito.
C’era molto chiasso e disordine e la cosa non mi piaceva. Gruppi di bambini correvano gridando, nessuno li sgridava, nonostante ci fosse molta gente.
Ad un certo punto ho notato una fila di tombe, e quello che ho visto non mi è piaciuto: la terra era smossa, i corpi erano stati coperti in fretta e malamente. A quei morti era stata data una sepoltura assolutamente inadeguata, e la cosa mi dava fastidio e in più mi preoccupava.
Ricordo che pensai ai bambini vocianti, che avrebbero potuto spaventarsi, o inciampare e cadere in quelle fosse coperte a metà.
Al risveglio, ci ho pensato molto. Ho pensato che i cimiteri che sogno rappresentano il mio passato, quello che è stato e a cui ho detto addio. Quando ci si stacca da qualcosa o da qualcuno, una cerimonia funebre ci vuole. Più è stato grande e importante il sentimento che mi ha legata ad una persona, una cosa, un evento del mio passato, più elaborata dev’essere la funzione. E nel mio passato c’era qualcosa che non andava. Qualcosa era stato sepolto frettolosamente e male, e riemergeva dalla terra, e capirete, non c’è nulla di più brutto che un cadavere insepolto…

Dovevo fare qualcosa per quei poveri morti, quei sentimenti, quei ricordi, quelle esperienze che mi avevano accompagnata in passato. Dovevano ricevere un degno trattamento e soprattutto non intralciare o spaventare i bambini vocianti, che rappresentavano i nuovi sogni, le speranze, le nuove occasioni.

Così ho aperto questo blog, e per prima cosa ho pubblicato poesie scritte molti anni fa, che pochissime persone avevano letto. Ho tirato fuori cose vecchie dai cassetti, e il condividerle mi ha fatto bene. Ha ridimensionato dolori e paure che mi sembravano molto più grandi e importanti di quanto fossero in realtà.

E ho imparato qualcosa di nuovo, ed ora vi dirò che cosa, e forse riderete, ma non importa, fa sempre parte della cerimonia.
Ho imparato a spedire le lettere d’amore che scrivo, a non avere più paura che piacciano o no. Non rimarranno più ad ammuffire nei miei cassetti. Che io venga o no ricambiata non ha più importanza, spedire significa lasciare andare.
E fare spazio agli amori nuovi.
...

4 commenti:

  1. Non è sempre facile. Anzi: non è mai stato facile per me spedire lettere d'amore, che si trattasse di bigliettini alle elementari, sms alle superiori o parole che si sente il bisogno di dire ora, non è mai stato facile per me scoprirmi così tanto. Una lettera d'amore non è certo una cazzata. Che sia spedita con la prioritaria, per mail, o detta agli occhi di una persona cara, trascurarla sarebbe grave. Anche lasciarla nel cassetto, pensandoci..
    Poi sai cosa? Mi hanno fatto venire in mente un sacco di cose queste righe, tutte cose lette, e luoghi immaginati leggendo, quando parlavi di cimiteri..
    Le tue poesie, a parte una, non le ho lette, ma rimedierò. Però giusto qualche giorno fa riprendendo in mano un quaderno d'appunti sommerso di polvere e sfogliandolo sono andato a rileggere qualche "poesia" scritta tempo fa, nascosta tra un quadretto e l'altro degli appunti. L'idea di pubblicarle mi aveva già stuzzicato, ma finora la vergogna ha prevalso..
    Spero di riuscire a "spedire" anche quelle, prima o poi, come hai fatto te :)
    Ciao!

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  2. Io scrivo un sacco di cose, ma mai niente che riguardi l'amore.. E' che non mi riesce proprio.. insomma, finirei per scrivere cose scontate. E un sentimento come l'amore merita righe speciali. Io evidentemente non ne sono capace! Ma in ogni caso se anche riuscissi a scrivere qualcosa me lo terrei per me e solo per me. Mai e poi mai potrei spedirlo. Oddio mi viene l'ansia solo a pensarci! No no, certe cose le tengo per me.. magari sbaglierò, ma esporsi non fa per me!
    Ah e comunque.. pubblicane ancora di poesie perchè lo sai, a me le tue piacciono un sacco!! Bacio!

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  3. @Andrea: hai colto in pieno quello che volevo dire con questo post. Ho avuto vergogna per molto tempo anch'io di quello che scrivevo, ero convinta di scrivere cose banali, nonostante le poche persone a cui avevo dato la possibilità di leggere mi avessero incoraggiata. Ho sempre avuto il dubbio che lo facessero per affetto. Internet invece è più asettico, c'è di tutto, e questo è un vantaggio.
    Se alla gente piace ciò che scrivi, ti leggeranno, altrimenti, no.

    @Erica: non ti preoccupare, io sono arrivata ad una bella età prima di avere il coraggio di scrivere pubblicamente di amore. Scommetto che anche tu ci riuscirai, e prima dei trent'anni. Per il momento, se non te la senti, va bene così. Anzi, trovo molto bello questo tuo proteggere i tuoi sentimenti più preziosi. In effetti ho iniziato a pubblicare poesie proprio perchè era passato tanto tempo e i sentimenti che le avevano generate erano morti. Poi le cose si sono velocizzate. Non occorre più che passino 10 anni, oggi mi basta un mese, a volte un paio di giorni... :-) un bacio anche a te!

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  4. molto bello, quello che hai scritto e le tue riflessioni. Anche sulle lettere d'amore, sullo scrivere e dire le cose che si pensano e sentono. Io sto imparando daun po', da quando mi sono accorta che tener dentro le cose fa più male che tirarle fuori. E, parafrasando quello che scrivi tu, equivale a seppellire i cadaveri.
    :)

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