domenica 29 agosto 2010

Vincere il mal di testa

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I primi anni del mio lavoro sono stati molto duri, immagino sia un’esperienza che capiti un po’ a tutti. Un anno scolastico, in particolare, è stato davvero tremendo: insegnavo contemporaneamente in tre scuole, dislocate in tre paesi diversi. Due scuole medie e un Liceo. Non avevo giorno libero e passavo la domenica a studiare le lezioni di storia dell’arte per i miei allievi liceali, era la prima (e ultima) volta che insegnavo in un Liceo e non volevo fare brutta figura.

Non ricordo bene quando, ma ben presto cominciai a soffrire di mal di testa da stress. Cominciava verso le 11 del mattino, puntualmente ogni domenica. Aumentava gradualmente fino all’ora di pranzo. Dopo mangiato arrivava ad un livello insopportabile, prendevo un antidolorifico e andavo a letto. Quando il medicinale aveva fatto effetto, piano piano mi alzavo, mi mettevo al computer e iniziavo a preparare la lezione per la mattina dopo.

Mesi e mesi così.

Durante la settimana non uscivo mai, se non per andare al lavoro. Il pomeriggio, se non avevo riunioni, piombavo a letto e dormivo come un sasso. L’unico sfogo era quello di scrivere lunghe e-mail ad un’amica, alla quale raccontavo del tipo di cui ero perdutamente innamorata e che non riuscivo, ovviamente, a vedere quasi mai.

Ero veramente stufa di quella situazione, finché un giorno, in libreria, vidi un libretto che si intitolava: “Vincere il mal di testa”. Lo acquistai e iniziai a leggerlo, anche se non ero convinta che avrei ottenuto facilmente dei risultati, ma sentivo che non potevo assolutamente continuare così. La mia vita era uno schifo e non mi stava bene.
Iniziai a tenere una tabella con date, orari, intensità del mal di testa. Segnavo a che punto ero con il ciclo mestruale e anche che tempo faceva, perché bastava una minima variazione della pressione atmosferica per scatenare dolori infernali.
E iniziai anche a tenere una tabella settimanale dei miei impegni scolastici. Sono sempre stata una persona disordinata (almeno a detta dei miei familiari più stretti), ma l’ordine nei miei programmi e nei miei impegni divenne la chiave indispensabile per allentare la pressione dello stress.
Ci volle del tempo, ma i mal di testa sparirono.

Qualche tempo dopo, cominciai a pensare di averne abbastanza anche del mio mal di schiena. Ho sofferto di mal di schiena fin dai 12 anni di età. È stata una presenza costante nella mia vita, con periodi in cui era più sopportabile e altri di fase acuta, in cui passavo a letto anche una decina di giorni, completamente bloccata, con il panico di non riuscire nemmeno ad andare fino in bagno da sola.

Per anni ho fatto fisioterapia, trattamenti con farmaci, massaggi, ho fatto raggi X e risonanze magnetiche, corsi di ginnastica specifici, con risultati altalenanti.
Ho sempre cercato di convivere con le mie malattie, e il mal di schiena era parte della mia vita da così tanto tempo che quasi non ci facevo più caso. Ma un giorno, me lo ricordo bene, ero a letto e cercavo di scrivere comunque sul mio diario, senza riuscire a stare né seduta né sdraiata, qualcosa è scattato dentro di me e ha detto “basta”.
E ho acquistato un libro sul mal di schiena.

Ora, non è che avessi cominciato a confondere la libreria con la farmacia, intendiamoci.
Acquistare il libro era il segno della mia volontà di prendermi cura del problema, e di farlo in prima persona, senza intermediari. Volevo saperne di più, capire da dove venisse. Certo, lo sapevo già, in un certo senso, avevo tutte le lastre dei raggi X e risonanze varie, e le diagnosi dei medici che prendevano polvere nel cassetto sotto il mio letto, ma non mi bastava.
Lessi tutto il libro, ripresi con più convinzione a fare gli esercizi di ginnastica e mi iscrissi ad un corso di danza del ventre.

Ci volle un anno per vedere i primi risultati, e sinceramente, all’inizio non pensavo che avrebbe funzionato davvero. Non ho eliminato completamente il mal di schiena dalla mia vita, ma sono migliorata moltissimo, e non ci speravo davvero. Durante le riunioni, a scuola, trascorro ancora tutto il tempo che posso in piedi, girando attorno al tavolo e facendo venire (probabilmente) il nervoso ai miei colleghi, ma sono già tre anni che non rimango bloccata a letto e questa per me è una vittoria.

Ora sono alle prese con un’altra battaglia, ma è molto più difficile, impegnativa e snervante. Ho acquistato non uno, ma diversi libri sull’argomento, e ogni volta che mi sembra di aver sbrogliato il bandolo della matassa, mi rendo conto che invece sono ancora al punto di partenza. Mi sembra di aver fatto dei progressi, a volte, in altri giorni invece mi arrivano delle batoste tremende… e forse l’unico progresso reale che ho fatto è aver imparato a incassare e passare oltre in tempi molto più brevi di un tempo.

Non ho ancora risolto nulla, ma non mi arrendo.
Penso a come ho superato il mal di testa e non mi arrendo. Ce la farò, passerà, e andrò oltre, e avrò altre battaglie da affrontare e altri libri da allineare sul mio scaffale, come medaglie al valore.

E lo so, che non finirà mai, almeno fintanto che sarò viva. Ma non vedo altro modo onorevole di vivere se non combattendo ogni giorno con se stessi.
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4 commenti:

  1. Combattendo con e per se stessi. Bel post, non rassegnarsi ma voler cambiare per progredire giorno dopo giorno...

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  2. grazie Andrea... è stato un post difficile da scrivere

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  3. difficile, ma bellissimo....
    certo che se ci abbattessimo alla prima botta sui denti, non si andrebbe più avanti nella vita e ci si perderebbe un sacco di cose belle e di soddisfazioni....
    e io lo sto imparando, grazie zia x quello che hai scritto....
    un bacio :) Cate

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  4. Il linguaggio del corpo:il mio lavoro, la mia professione e poi...e poi il tuo corpo inizia a parlarti, in un primo momento sottovoce, poi continua facendosi sentire un po' di piu e poi e' costretto ad urlare...ed e' solo in quel momento che ti prendi in carico come fai con i tuoi pazienti, ascoltandoti...prendendoti in cura...ed in quel momento capisci che non smetterai mai...

    bellissimo post
    bel blog

    al prossimo passaggio
    Ametista

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