giovedì 29 marzo 2012

The love song of J. Alfred Prufrock (parte III) - ripubblicazioni -

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Non conosco che una manciata di poesie... o forse m'inganno, poichè non conosco nemmeno quelle.
Ogni volta che rileggo "The love song of  J. Alfred Prufrock" ci trovo dentro qualcosa di nuovo.
Ci sarà tempo... tempo per me, tempo per te, ci sarà tempo per trovare il coraggio di porsi certe domande... non oggi... aspettiamo ancora un po'... diamoci tempo... 
Ma in questo modo non si fa altro che morire lentamente, come dice quell'altra bella poesia (Lentamente muore, di Martha Medeiros).
Ad allontanare a tutti i costi il pensiero della morte, si ottiene l'effetto opposto. Ed è per questo che tanta gente non vuol crescere. I cambiamenti fanno paura, fa paura abbandonare la confortevole inconsapevolezza dell'infanzia, la leggera sconsideratezza dell'adolescenza, è angosciante caricarsi delle responsabilità della vita adulta, perchè la crescita porta inevitabilmente verso un traguardo, oltre il quale non sappiamo cosa ci sia.


Ripubblico la terza parte delle mie riflessioni su "The love song", e vi invito a cercare il post originale, perchè è corredato da un bellissimo commento di Neurasia.
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And indeed there will be time
For the yellow smoke that slides along the street,

Rubbing its back upon the window-panes;

There will be time, there will be time

To prepare a face to meet the faces that you meet;

There will be time to murder and create,

And time for all the works and days of hands

That lift and drop a question on your plate;

Time for you and time for me,

And time yet for a hundred indecisions,

And for a hundred visions and revisions,

Before the taking of a toast and tea.



In the room the women come and go Talking of Michelangelo.


E di sicuro ci sarà tempo
Per il fumo giallo che scivola lungo la strada

Strofinando la schiena contro i vetri;
Ci sarà tempo, ci sarà tempo
Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
Ci sarà tempo per uccidere e creare,
E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto; Tempo per te e tempo per me,
E tempo anche per cento indecisioni,

E per cento visioni e revisioni,

Prima di prendere un tè col pane abbrustolito.


Nella stanza le donne vanno e vengono

Parlando di Michelangelo.



The love song of J. Alfred Prufrock - by: T.S. Eliot (1888-1965)




Non l’ho compresa veramente, questa poesia, la prima volta che la studiai al Liceo, né sono sicura di averla compresa ora. Eppure mi piacque subito, come quando ci si innamora con il “colpo di fulmine”. Succede, che una persona ti piaccia al primo sguardo, e pensi: ci sarà un perché.
Il mio “perché”, con Prufrock, credo fosse in quei due versi:


In the room the women come and go Talking of Michelangelo.


Capitava anche a me, di sentirmi assolutamente spersa e sola, in mezzo a gente che non badava a me, che andava e veniva, parlando d’altro, mentre io ero immersa nei pensieri labirintici, sommersi, spesso cupi, della mia adolescenza. Era il resto, che non capivo:


Ci sarà tempo, ci sarà tempo Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri; […] Tempo per te e tempo per me, E tempo anche per cento indecisioni, E per cento visioni e revisioni, Prima di prendere un tè col pane abbrustolito.


Io invece non avevo tempo, avevo fretta. La fretta e l’urgenza dei miei diciotto anni, quando ti sembra che tutto debba finire da un momento all’altro e non sai nemmeno cosa sia quel “tutto”.
Non sono mai stata una persona indecisa, sapevo bene quello che avrei voluto fare, ma ero anche incastrata tra mille doveri e regole e paletti, e la lotta quotidiana contro tutto questo mi lasciava ben poche energie per preparare una faccia per incontrare le facce da incontrare…
Non avevo che la mia, e con quella cercavo di andare avanti.
No, il tormento di Prufrock non lo capivo davvero… come non si capisce davvero la persona della quale ci si innamora in un istante.
Si può amare qualcuno di cui non si riesce a comprendere che un frammento?
È forse questa la domanda lasciata cadere sul piatto?
No?

e qual è allora?


...

1 commento:

  1. La poesia è molto bella e il tuo commento..eh, mi sembra di rivedere me..ero così anch'io.Ci sarà ancora tempo? non lo so, ma almeno so che c'è questo "ora" ed è un momento unico.Un abbraccio grande.

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