martedì 10 aprile 2012

The love song of J. Alfred Prufrock (parte IV) - ripubblicazioni -

...
Fino a quando si rimane sui binari delle regole, delle consuetudini, delle abitudini, la vita scorre regolare, e anche quando succede qualcosa  di negativo puoi sempre dire: non è stata colpa mia.
Ma arriva il momento in cui, se vuoi andare avanti, devi per forza cambiare il tuo modo di vedere le cose. Se vuoi trovare delle soluzioni nuove devi per forza abbandonare il vecchio modo di pensare.
E conviene farlo subito, prima che manchi il coraggio… o prima che la vita decida che, per te, non ci sia più tempo. Quanto sia difficile e spaesante* non potete saperlo finché non ci provate davvero…
Ripubblico la IV parte di “The love song of J. Alfred Prufrock” con relativo commento scritto nel maggio 2009. Buona lettura.


...


And indeed there will be time
To wonder, "Do I dare?" and, "Do I dare?"
Time to turn back and descend the stair,
With a bald spot in the middle of my hair--
(They will say: 'How his hair is growing thin!")
My morning coat, my collar mounting firmly to the chin,
My necktie rich and modest, but asserted by a simple pin--
(They will say: "But how his arms and legs are thin!")
Do I dare
Disturb the universe?
In a minute there is time
For decisions and revisions which a minute will reverse.


E di sicuro ci sarà tempo
Di chiedere, « Posso osare? » e, « Posso osare? »
Tempo di volgere il capo e scendere la scala,
Con una zona calva in mezzo ai miei capelli -
(Diranno: « Come diventano radi i suoi capelli! »)
Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento,
Con la cravatta ricca e modesta, ma asserita da un semplice spillo -
(Diranno: « Come gli sono diventate sottili le gambe e le braccia!»)
Oserò
Turbare l'universo?
In un attimo solo c'è tempo
Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà.




Osare è una delle cose che tutto sommato mi riescono. La verità è che sono molto più timida di quanto sembri, tuttavia ci sono dei momenti in cui forzo me stessa e mi lancio in avventure di cui magari poi mi pento… eppure ho sempre pensato che mi pentirei molto di più a non provarci.
Mi sono chiesta molte volte se Prufrock e Eliot siano o no la stessa persona, se il poeta fosse davvero una persona tanto indecisa e paurosa oppure se sia riuscito a calarsi tanto bene nei panni di un uomo qualunque grazie all’arte e all’immaginazione. Certi stati d’animo sono così universalmente umani… tutti arrivano a comprenderli perché tutti li proviamo, prima o poi. È capitato a tutti di prendere solenni decisioni per poi smentirsi un attimo dopo. Ed è capitato di sentirsi osservati e fuori luogo, nonostante i tentativi di assumere un aspetto adeguato alle circostanze. Mi ricordo del primo ricevimento genitori che feci da insegnante: misi la giacca e la camicetta, abiti eleganti che mi stavano malissimo, per cercare di camuffare il mio aspetto da bambina. Ho sempre dimostrato un’età inferiore a quella che in effetti ho, ma nei miei primi anni di insegnamento, questa cosa assumeva dei contorni surreali: ho delle foto in cui non mi si distingue dai miei allievi tredicenni, e ciò mi creava non pochi problemi nella gestione della classe e nei rapporti con i genitori.


L’idea di dover invecchiare, ti sfiora soltanto, fino ad una certa età. Poi cominci a pensarci, e magari la cosa ti angoscia. Per me, che fino all’altro giorno avevo l’aspetto esteriore di una ragazzina, è stato come sbattere il naso su un muro all’improvviso.


Però mi ha svegliata…


...
* la parola "spaesante" non esiste, o perlomeno nel mio Zingarelli non c'è. Però mi piace e quindi ho deciso di lasciarla. Declinando il verbo "osare".
...

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...