sabato 9 ottobre 2010

Sarah: quanti i mostri che vivono accanto a noi

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Non ho avuto il coraggio, la forza, la capacità di scrivere qualcosa su questa storia, come invece ha fatto Erica, con molta delicatezza, sul suo blog, e chissà quanti altri... Mi servo delle parole di chi lotta contro la pedofilia da anni, il sig. Graziano Guerra, del quale altre volte ho pubblicato gli scritti.

Io forse lo troverò il momento per scrivere il mio personale pensiero su tutto questo... ma ho bisogno di tempo, ancora. Non ci riesco in questo momento, mentre ancora tutti i riflettori sono accesi, mentre tutti ne parlano, qualcuno a sproposito, anche... ho bisogno di rifletterci bene, non dico di digerire la cosa, chè non ci riuscirò mai... ma di maturare le parole giuste per esprimere quello che sento. Intanto vi invito a leggere questa lettera:


Sarah: quanti i mostri che vivono accanto a noi

Paradossalmente, la trasmissione di una notizia sulla violenza inflitta a una ragazzina, se non induce ad interrogarsi, a ricercare, se non ferisce l'interlocutore con l'ansia di una domanda, rischia di trasformarsi in un messaggio quasi rassicurante, induce lo spettatore, il cittadino del villaggio globale, il lettore a ritenere che quella bambina uccisa è la sfortunata e unica vittima di un raro caso di folle violenza oltre il quale
e al di là del quale esiste una popolazione di bambini sufficientemente felici e protetti.

In verità tutti i giorni avvengono violenze inaudite sull'infanzia e buona parte di queste si consumano tra le mura domestiche, ma c'è un sordo rifiuto a considerare la sofferenza infantile sotto l'aspetto di un problema sociale esteso, grave e radicato nella nostra cultura disattenta ai problemi dei più piccoli e fortemente adultocentrica. Mancano strutture di sostegno alle famiglie, sono assenti figure di riferimento per un valido aiuto in situazioni di bisogno.
Le nostre testimonianze di violenze subite, che sono diverse centinaia, evidenziano che solo l’uno per cento delle violenze viene denunciato e dimostrano l’assoluta inadeguatezza delle strutture di ascolto e di sostegno ai minori. Quasi tutte le vittime da noi incontrate ci hanno dichiarato di non avere mai parlato con i loro genitori delle violenze subite e che, quando accaduto, nella maggioranza dei casi o non sono state
credute o sono state “convinte” a tacere.
Quasi sempre qualche adulto sa, chi è vicino all'abusante o alla vittima ma sa molto tempo prima che accada l'irreparabile. Ma a noi fa comodo pensare che sia il gesto di un mostro, di un folle, piuttosto che acquisire la consapevolezza che esseri umani simili vivono accanto a noi e sono, purtroppo numerosi.
Che dire poi della certezza della pena, mera chimera, istanze di giustizia disattese nella stragrande maggioranza dei casi quando tra patteggiamenti, riti abbreviati, benefici vari anche chi commette brutali crimini come quello subito da Sara non sconterà mai un’adeguata carcerazione.
Che giustizia è mai questa? Le vittime ed i loro famigliari chiedono un processo giusto, una pena equa, commisurata alla gravità del fatto. La nostra politica invece si preoccupa solo del fatto che il processo sia breve mentre occorrerebe preoccuparsi che
fosse "giusto". Non ci sarà mai pace per chi piange le vittime della furia caina dell’uomo senza giustizia, ma anche questo è un dovere al quale spesso gli adulti abdicano.
Che tutela hanno questi minori se gli adulti che dovrebbero proteggerli sono questi?


Già gli adulti, nella politica, nelle famiglie, nella chiesa, coloro i quali avrebbero la re-sponsabilità di tutelare i minori, ovvero sia dall’etimologia del termine “saper rispondere”. E che cosa sappiamo noi rispondere alle richieste d’aiuto che giungono dal silenzio dell’innocenza?

1) I politici si affrettano a dichiarare che esistono i consultori, che dai nostri sondaggi si rivelano assolutamente inutili per come sono strutturati;
2) i genitori vivono nel limbo dell’illusione che tanto ai loro figli mai accadranno cose simili, mentre dalle nostre ricerche si evidenziano violenze sessuali subite dal 17% dei nostri ragazzi;
3) la chiesa, nonostante la nobile e grandiosa operazione del Papa e le sue direttive a contrasto della violenza sui minori, pensa di risolvere il problema firmando pragmatici protocolli di intesa.

Questo succede in Italia, oggi, adesso, e allora che senso dare alla lacerante morte di Sara se non avere il coraggio di aprire gli occhi e preoccuparsi davvero con generosità del mondo dei piccoli in difficoltà? Che senso diamo a quest'onda emotiva se non la utilizziamo per un impegno personale a favore dei bambini?
Il resto, tutto il resto sono chiacchiere, grande fratello, volgare curiosità.
Forse queste brutte storie accadono nel tentativo di scuotere le coscienze di tutti noi adulti, con l’intento di svegliare le nostre coscienze assopite, stordite, anestetizzate dallo scandaletto di turno, inebetiti dalla litigiosità politica che altro non fa che “non fare”, mentre l’infanzia continua a gridare nel silenzio dell’indifferenza. Ma forse il
vero problema siamo un po’ tutto noi che alla fine dei conti alla politica chiediamo ben altro e quindi, si sa, la politica risponde agli elettori ed è altrettanto certo che i bambini non votano e non creano consensi.

Graziano Guerra
Presidente S.o.s. Infanzia Onlus
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