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No! I am not Prince Hamlet, nor was meant to be;
Am an attendant lord, one that will do
To swell a progress, start a scene or two,
Advise the prince; no doubt, an easy tool,
Deferential, glad to be of use,
Politic, cautious, and meticulous;
Full of high sentence, but a bit obtuse;
At times, indeed, almost ridiculous--
Almost, at times, the Fool.
No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;
Io sono un cortigiano, sono uno
Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,
Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,
Deferente, felice di mostrarsi utile,
Prudente, cauto, meticoloso;
Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
Talvolta, in verità, quasi ridicolo -
E quasi, a volte, il Buffone.
Ho già raccontato di aver fatto due brutte figure a causa di questa poesia, nel corso della mia carriera scolastica. Questa è forse la terza. Ma probabilmente la cosa è inevitabile quando ci si confronta con personaggi di spessore tanto maggiore del proprio. Scrivo poesie, è vero, ma non sono certo Eliot… e non sono nemmeno un critico letterario, questo lo stanno scoprendo, loro malgrado, le persone che su Internet fanno ricerche su “The love song…” e capitano qui per caso. Sono molte, lo vedo dal contatore delle visite, che controllo spesso. Non conosco il loro numero esatto, però mi piace immaginare che la maggior parte di loro siano studenti, magari all’ultimo anno di Liceo, alle prese con la preparazione dell’Esame di quinta. Chissà se vogliono portare Eliot come argomento principale all’orale, come feci io quasi vent’anni fa. Eh, si, è passato un po’ di tempo… ma non tornerei indietro. A volte sogno ancora di dover affrontare l’Esame di Maturità, è uno dei miei peggiori incubi.
Ehi, tu!
Dico a te… diciannovenne all’ultimo anno di Liceo. Porti Eliot all’orale? Si? E perché? perché hai scelto proprio “The love song of J. Alfred Prufrock”? Guarda che a me lo chiesero, all’esame. Non me l’ero preparata, una risposta valida.
Ma ci ho pensato, in vent’anni, il tempo l’ho avuto. E adesso posso metterla su Internet, e regalarla a chi la vuole, anche a te, se ti va.
“Ho scelto questo autore, prof, e questa poesia, perché Prufrock mi somiglia. Ovvero, non che mi somigli ora, che ho solo diciannove anni e la depressione mi viene più per motivi ormonali che per la paura di invecchiare… ma un giorno, so che mi somiglierà. Verrà anche a me il dubbio di non essere stato io il Protagonista nella recita della mia Vita. Di non essere il Principe Amleto. Di non aver pensato abbastanza con la mia testa. Di essermi dimostrato utile solamente ad ingrossare i cortei. Di non aver mai avuto il coraggio di camminare solo. Di essere stato un po’ troppo accondiscendente. Di essermi reso ridicolo. Mi verrà il dubbio, anzi, spero che mi venga presto. Prima che sia troppo tardi per rimediare. Questa poesia mi è piaciuta molto, Signori, Professori, Membri della Commissione. Perché ha saputo svolgere il suo ruolo alla perfezione, il ruolo di ogni Opera d’Arte con la maiuscola: quello di bussare alla mia porta e di svegliarmi.”
Ti sembra una risposta strana? Oh, beh, ho detto cose anche più strane ai membri della commissione, al mio esame di Maturità… una volta o l’altra, forse, lo racconterò. Comunque, in bocca al lupo, chiunque tu sia. E, anche se nella Vita non è poi così fondamentale, spero che ti diano un bel voto.
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Vorrei tornare indietro di 5 anni e rifare la maturità solo per usare la tua risposta. Ma, adesso che ci penso, a noi non ce lo fecero nemmeno studiare Eliot... pensa che razza di scuola! E poi sono d'accordo con te.. con il senno di poi, ho realizzato che il mio stupido voto è solo un numero su un pezzo di carta..
RispondiElimina... no Erica, per carità! Non desiderare di tornare indietro per tutto l'oro del mondo!!! Se penso ai 5 anni che ho trascorso ale Superiori mi vengono i brividi... che brutto periodo!
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