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Se io fossi
l’onda d’argento
che va e ritorna e va
e ritorna,
non temerei d’infrangermi
sul tuo cuore di pietra
e scandire il tempo
al ritmo
di fughe e ritorni
in eterno.
Se tu fossi
la sabbia che giace,
pietra mobile e morbida,
non avresti paura
d’esser preso e lasciato e preso
e lasciato
e di scorrere
tra le curve
della mia clessidra
in eterno.
Mara Bagatella – Transito 2009 – 12 agosto 2009
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E'una poesia molto bella,danzante,vaga,ma anche senza dubbio materica,che si esplica a mio parere soprattutto nel tatto e nella vista.Poi ad un tempo è terribilmente semplice,diretta,ma nasconde la complessità dei rapporti umani.Complimenti! Monica
RispondiEliminaL'ho letta più volte in giorni diversi per comprenderla appieno. Piace molto anche a me. :)
RispondiEliminam.
Grazie!!! "materica" è un aggettivo che mi piace molto. Non lo avevo mai sentito applicare ad una poesia. Alla pittura, piuttosto.
RispondiEliminaVe ne dico un altro: è una poesia "simmetrica".
Non lo so perchè, ma ultimamente faccio molto caso a queste cose: il numero dei versi, le ripetizioni, le simmetrie tra le parole...
Forse riflette un mio bisogno di ordine, non so...
... e poi è gran bella la foto!!!!
RispondiEliminaeh?
:-)))))))
L'aggettivo materica per me traduce una sensazione tattile che implica anche spessore o pastosità.In questo senso l'ho usata e comunque essendo adattabile traduce e spiega molte situazioni,anche al di fuori dall'ambito pittorico.La foto è molto suggestiva,la fotografa è una tipa che se ne intende.. Monica
RispondiEliminaWow... ah, se ti avessi conosciuta ai tempi delle mostre di pittura!!! Mi sarei sicuramente fatta scrivere le critiche d'arte sui volantini!
RispondiEliminaè molto bella!
RispondiEliminaGrazie Pupottina! Ricevere complimenti da te è un onore!
RispondiEliminaUn abbraccio
Mara