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Ho scritto questo post il 1 marzo 2009, ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicarlo. Oggi lo faccio perchè è uno dei tanti fantasmi di cui mi voglio liberare, sperando che ciò sia di aiuto, non solo a me. Lo pubblico con il titolo che avevo scelto allora, il nome di uno spettro, la Banshee, perchè qui, di spettri si parla. E gli spettri non vanno mai in vacanza.
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1 marzo 2009
I sentimenti negativi esigono il proprio spazio, altrimenti se lo prendono comunque, in un modo o nell’altro.
Una volta soltanto, nella mia vita, ho avuto un attacco di panico. Se non sapete cosa sia, ritenetevi delle persone molto fortunate.
So che c’è gente a cui capita spesso, io non so come queste persone riescano a sopravvivere, portandosi dietro un tale fardello.
Mi sono segnata la data del mio attacco di panico. È stato in una notte di settembre del 2005; ero a casa da sola, i miei genitori e mio fratello non c’erano. Ho creduto davvero che sarei morta, quella notte.
La parte peggiore è che ero nel bel mezzo della crisi spirituale più brutta che io abbia mai attraversato. Sono sempre stata sorretta da un fede molto forte nella mia vita, ma in quel particolare periodo ero preda del dubbio che al di là del Cancello non vi fosse nulla, niente e nessuno ad aspettarmi.
La paura della Morte è già terribile di per sé, ma la sensazione di vuoto assoluto e il senso di inutilità di tutto quello che avevo fatto fino ad allora nella mia vita è stato quanto di più angosciante io abbia mai provato.
Non è certo piacevole per me scrivere queste cose, né credo sia piacevole leggerle. Sarà dura decidere di pubblicarle sul Blog. Ma se lo faccio è perché quell’esperienza mi ha insegnato che l’esistenza intera è fatta di Luce e d’Ombra, e che nessuna delle due prevale a lungo sull’altra. Se è vero che i momenti di felicità hanno una durata limitata, è vero anche il contrario, e chi, come me, ha una certa propensione per la malinconia e la depressione, farebbe bene a tenerlo a mente.
La certezza che tutto scorre, che il tempo, le emozioni, gli eventi e la mia stessa anima sono soggetti ad un continuo fluire, spesso è l’unico sostegno a cui mi aggrappo nei momenti di buio. Tutto passa. Per questo amo tanto intensamente il momento presente.
Anche adesso, in cui mi sento così terribilmente triste… so che questo momento passerà, ma passando mi avrà lasciato qualcosa, se avrò avuto il coraggio di guardarlo in faccia e chiedergli: che cosa vuoi da me? Perché sei qui? Che cosa devo imparare?
La Vita è una lunga serie di dure lezioni, e la più dura di tutte è quella del vuoto e del silenzio.
Alzare gli occhi e guardare il Vuoto. Nessun essere umano può riuscirci, da solo. È per questo che, anche se non riesco più a dargli lo stesso Nome che aveva prima, in quella notte di settembre, credo di aver ritrovato Dio.
Anch'io ho provato qualcosa di simile, e so che non è piacevole,poi è passato per fortuna.Ricorda sempre che Dio sa dove farsi trovare,però tu hai avuto occhi attenti e l'intelligenza per capire che il vuoto e il silenzio che divoravano il tuo cuore, avevano bisogno di essere colmati proprio da Lui.Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri, aiutano anche me..:)
RispondiEliminaciao
carmen
Sono le donne difficili, quelle che hanno coraggio.
RispondiEliminaSo di che cosa parli, perché anche a me è successo, e molte volte, anni fa. Ancora mi domando come ne sia venuta fuori...e ancora di più me lo chiedo nei confronti di altro genere di attacchi, per me ancora più sconvolgenti...quelli di mancanza di autostima e gli attacchi di solitudine...quelli che ti fanno commettere errori, quelli che ti feriscono.
So di esserne venuta fuori, pagando un prezzo molto alto...non so fino a che punto c'entri Qualcuno che non credo d'esser degna di nominare...so che ho trovato me stessa, il resto lo scoprirò piano piano...
Intanto ti abbraccio.
Che durissima e bellissima cosa hai scritto Mara; per cose di questo tipo vengo a trovare la tua anima o quello che di essa vuoi lasciarci vedere. Torniamo sempre a ciò che ci appartiene e che vive anche quando non lo vediamo o non lo sentiamo.
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