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"Non so come esprimerlo; ma certamente tu, come tutti quanti, senti che c'è o dovrebbe esserci un'esistenza tua al di fuori di te. Che senso avrebbe essere nata, se io mi esaurissi tutta in me stessa? I miei grandi dolori in questo mondo sono stati i dolori di Heathcliff, e li ho osservati e patiti tutti quanti fin dal principio; il mio più grande pensiero nella vita è lui. Se tutti quanti morissero, e non restasse che lui, io continuerei a esistere; e se tutti gli altri restassero in vita, e lui venisse annientato, l'universo mi diventerebbe completamente estraneo: non me ne sentirei più parte.
Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, lo so bene, come l'inverno cambia gli alberi.
Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto terra: ne viene poco piacere visibile, ma è necessario. Nelly, io sono Heathcliff! Lui è sempre, sempre nei miei pensieri: non è un piacere, come io non sono sempre un piacere per me stessa, ma è il mio stesso essere."
Emily Brontë, Cime tempestose, 1847
Di questo romanzo conoscevo a malapena l'esistenza fino ad un mese fa. Da allora lo sto leggendo e rileggendo. Non so bene perchè, forse dovrò ammettere di essere anch'io una ragazza romantica, come l'autrice.
Emily Brontë teneva moltissimo alla sua privacy, lo si deduce dalla sua scarna biografia. E sicuramente era una persona dal carattere passionale, ma non amava ammetterlo. Questo lo si deduce dal romanzo stesso. La cosa che mi ha colpito di più, infatti, è che tutta la vicenda, in cui i personaggi agiscono sotto la guida esclusiva dei propri sentimenti, sia raccontata da qualcuno che di tali sentimenti non capisce nulla. Nelly, la domestica, principale voce narrante, non ha nessuna simpatia verso i principali protagonisti del romanzo, ne giudica il comportamento attraverso la rigida morale dell'epoca, non offre loro nessuna attenuante. Emily Brontë li comprendeva, invece. Altrimenti non avrebbe potuto mettere quelle parole in bocca alla sua eroina Catherine. Però credo si rendesse conto che nessun altro, almeno in quell'epoca e in quel luogo, avrebbe avuto per loro altrettanta comprensione, e aveva ragione, dato che il romanzo non ebbe successo per molto tempo.
A pensarci bene, la cosa mette i brividi. Mi domando chi fosse veramente quella donna, vissuta soltanto trent'anni, due secoli fa. Cos'aveva davvero nel cuore? In questa società in cui tutti fanno a gara nel mettersi in mostra, (e spesso non hanno niente da mostrare) è difficile comprendere una donna che invece ha scelto di tenere il suo mondo interiore per sè. Se non fosse stato per l'insistenza della sorella, questo romanzo e le sue poesie non sarebbero stati pubblicati. Dev'essere per questo che continuo a pensarci, e che questa scrittrice mi ha tanto affascinata. O forse perchè, dopo aver letto il brano che ho riportato qui, mi sono sentita meno sola.
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ho letto questo libro solo un annetto fa. avevo il classico pregiudizio che fosse un libro di un genere... ecco, insomma, che non potesse darmi granché... poi, spinto dalla mia compagna, ho cominciato a leggerlo e l'ho divorato in due giorni. ora è uno dei miei libri preferiti. terribilmente affascinante.
RispondiEliminal'ho letto quasi vent'anni fa. Comprai una di quelle serie de agostini (i capolavori della letteratura. Ne rimasi folgorato, come della austen di mansfield park ...
RispondiEliminaMai letto. Non ne ho mai avuto curiosità. Ma devo ammettere che te sei brava a farmene venire, con questi post. Perchè il pezzo che hai pubblicato è davvero bello. Molto bello!Tira fuori quel poco di lato romantico che ho :)
RispondiElimina3 commenti, tutti e tre maschili! Interessante!
RispondiEliminaeh già...interessante la cosa...comunque hai messo curiosità in me e anche se avevo già pensato di leggerlo perchè lo nominano in diversi libri, be, adesso penso di essere sicura....lo leggerò...questo pezzo è davvero bello :) un bacione Cate
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