lunedì 10 ottobre 2011

La scuola uccide la creatività?

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Le scuole (intese come "sistema scolastico") uccidono la creatività? "Do schools kill creativity?"





Sir Ken Robinson ne parla in questo video in modo illuminante. Trovate la seconda parte del video su Youtube. Vale davvero la pena di guardarlo, se siete insegnanti, genitori, o semplicemente persone che ancora non sanno perchè la scuola non gli è mai andata giù...
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3 commenti:

  1. grazie per il post, davvero illuminante! grande Mara! Vorrei che mia figlia potesse avere un'insegnante come te! Davvero!

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  2. Caro Massi, anche se avesse un'insegnante come me (e grazie per il complimento, davvero!) il vero problema è che siamo all'interno di un sistema completamente sbagliato... il singolo insegnante può fare ben poco. Mi viene un nervoso a sentire i ragionamenti dei miei colleghi, ultimamente... più mi informo, più capisco che tutta l'impostazione della scuola è sbagliata, ma mi accorgo che la gente è talmente abituata a ragionare DENTRO questa impostazione che non se ne rende minimamente conto. Nemmeno quelli che, in perfetta buona fede, ce la mettono davvero tutta, fanno del loro meglio per insegnare ai ragazzi a studiare... il tanto decantato metodo di studio! Ecco la principale preoccupazione! Ma invece dovremmo insegnare loro a ragionare, più che a studiare... perchè probabilmente quello che gli facciamo studiare oggi, domani non gli servirà a niente.
    La stessa sensazione l'ho provata quando ho aperto gli occhi sul sistema maschilista e patriarcale della nostra società. La gente pensa che il maschilismo non esista più, (e che il femminismo sia una brutta cosa fuori moda, per giunta) ma è proprio il contrario, tutti noi siamo profondamente maschilisti, anche quando pensiamo in perfetta buona fede di esserlo. Lo siamo in tante piccole, insignificanti (?) cose... lo siamo da sempre e non ce ne rendiamo conto. Ho tanta rabbia perchè vedo delle cose che pochissimi altri vedono... è come aprire poco a poco gli occhi su una realtà nuova e non riuscire a spiegarla a chi mi sta intorno. Mi sento un po' come Platone, uscito dalla caverna, che cerca di convincere la gente ancora all'interno della caverna che c'è tutto un altro mondo, fuori... ma nessuno ci crede. Che frustrazione!

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  3. lo so ti capisco... è forse un dannato contrappasso per quelli come noi (mi permetto...), che si immergono del flusso della vita, con grande sensibilità, grandi aspettative... e grandi delusioni... e che ogni tanto torniamo a galla, meravigliati e ci guardiamo attorno, cercando conferme negli occhi degli altri, conferme che non avremo mai... ma come a me consola un pochino sapere che ci sono persone come te, spero che per te sia lo stesso... un abbraccio, max

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