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Quella che vedete in alto è una xilografia di E. L. Kirchner, intitolata “Ritratto di Ludwig Schames”, del 1917.
Io non ci avevo mai visto nient'altro che il ritratto di un uomo barbuto. Questo fino a martedì scorso, quando ho proiettato la diapositiva durante una lezione di storia dell'arte, alla terza D. Chissà come mai le cose strane mi capitano sempre con questa classe.
All'improvviso qualcuno ha esclamato: “Ma, prof, c'è una donna nuda!”
E, capperi sotto sale, c'è davvero! Com'è che non me ne sono mai accorta?
Non potete immaginare il quarantotto che si è scatenato in classe.
“Come mai c'è una donna nuda???”
Eh, beh... bisognava pur dare una risposta, a quel punto. Che mai potevo dire? Qualunque cosa, ma non una bugia. Non potrei, davvero. Se avessi tredici anni odierei sentirmi dire cavolate da un adulto, specialmente da un insegnante.
Ho detto quel che pensavo, e cioè che l'ossessione per il sesso non è mica un'invenzione contemporanea. C'è sempre stata.
Che gli Espressionisti tedeschi, tramite l'arte, criticavano ferocemente la società in cui vivevano, perché la giudicavano corrotta e meschina. E la corruzione morale di una società si esprime anche attraverso l'atteggiamento di quest'ultima verso la sessualità.
Però questi artisti non vivevano al di fuori da quella società, ne facevano parte... e subivano anche loro gli stessi atteggiamenti che criticavano.
Ora lo sto scrivendo in modo più elegante, ma in quel momento, sapete, presa alla sprovvista com'ero, non lo so se mi sono espressa molto chiaramente...
Credo di aver detto qualcosa tipo: “Questi autori avevano il chiodo fisso del sesso... o forse Kirchner voleva intendere che il personaggio ritratto ce l'aveva... e comunque, dalla vostra reazione mi pare che ce l'abbiate anche voi. Questo è anche normale. In fondo il sesso è una cosa naturale, che ci accompagna per tutta la nostra vita. Sta ad ognuno di noi decidere come viverlo, in modo bello, sereno, o come un'ossessione, trasformandolo in qualcosa di brutto e perverso. Vedete voi.”
Insomma, meglio di così (o meno peggio, giudicate voi) in quel momento, non ho saputo fare.
La prossima volta, però, sarò più preparata.
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