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Dicembre, mese di bilanci.
Lo faccio tutti gli anni, ma quest’anno il resoconto è particolarmente difficile… è stato un anno in cui ho chiuso diverse porte e ne ho aperte altre, ho rinunciato a cose, persone, rapporti… e ne ho trovati altri.
Siccome non sono una persona particolarmente avventurosa, e non amo i cambiamenti, specialmente quelli bruschi e dolorosi, per me il 2009 è stato un anno di crisi.
Ho dovuto cancellare un’Associazione costruita con delle persone e ora ne sto creando un’altra, di tutt’altro genere, con gente completamente diversa.
Ho troncato un’amicizia che durava da anni, perché mi sono resa conto che oramai era logorata e traballante, che stava in piedi per abitudine, per un tacito assenso.
Sono finalmente riuscita a comunicare al mio ex storico (sposato con due figli) che ero stufa di ricevere i suoi insulsi sms per ogni mio compleanno, ho cambiato palestra e maestra di danza, ricominciando il corso da zero, ho messo da parte le mie perplessità riguardo a Facebook e mi sono iscritta e, nel frattempo, mi sono cancellata da un forum su Internet, che frequentavo da parecchio tempo… quest’anno ho deciso di cambiare persino i medicinali che prendevo da sette anni a questa parte. Speriamo bene…
Ho guadagnato molto da questi abbandoni, non dico di no… nuove amicizie, nuovi rapporti, nuovi modi di comunicare, una nuova Associazione… e soprattutto tanta esperienza in più.
Però adesso avrei bisogno di un po’ di stabilità, di tranquillità, per ricostruire tutto, piano piano, e ci vuole tempo, pazienza, fatica!
Chissà se il 2010 mi porterà tutto questo. Mi piacerebbe tanto.
Nel frattempo vorrei dirvi che nel bilancio positivo dell’anno che sta per finire metto senz’altro questo blog e tutti quelli che lo leggono. È stata una delle cose migliori che ho fatto, mi ha portato a conoscere persone meravigliose e mi ha permesso di esprimermi, di comunicare, di ascoltare. Spero di riuscire a portare avanti questa esperienza, il più a lungo possibile.
Ho controllato sul contatore delle visite per sapere quali sono stati i post più letti, cosa è piaciuto di più a chi mi viene a trovare. Ma forse è meglio aspettare che il blog compia almeno un anno per dirvelo.
Nel frattempo vi voglio svelare quale è stato il post che è piaciuto di più a me, quello che sono più orgogliosa di avere scritto (anche se ho constatato che i miei gusti differiscono molto dai vostri!) ed è questo.
Buon Anno a tutti i miei lettori, quelli che conosco e quelli che non conosco... quelli che mi lasciano messaggi e quelli timidi. Grazie per avermi seguita fin qui.
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mercoledì 30 dicembre 2009
domenica 27 dicembre 2009
Il Passo
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(a Silvia... in senso lato)
Non è
la dialettica
che manca
a me
il parlare
del mare
il bicchiere
il sorriso
l'incontro
l'Amore
di te
il parlare
a me
che manca
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(Daniele - 2009)
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(a Silvia... in senso lato)
Non è
la dialettica
che manca
a me
il parlare
del mare
il bicchiere
il sorriso
l'incontro
l'Amore
di te
il parlare
a me
che manca
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(Daniele - 2009)
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sabato 26 dicembre 2009
Intervista con me stessa (5)
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"Ogni volta che penso
di non avere più
niente da dire,
compero un libro di poesie."
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venerdì 25 dicembre 2009
martedì 22 dicembre 2009
Notte di luce
Notte di luce
Che in stelle il pianto muti
Questo silenzio
Di mille campanelle
Ricomponi
In forma di dolce ondulata collina
Sotto una coltre
Di cielo
Velato di seta.
Serena bellezza sognata
Che non puoi posare
Un soffio di sabbia rosata
Ti porta
Rendendo danza
I passi di ognuno che sfiori
E vani i pensieri
Che non siano d’amore.
Mara Bagatella - Lirica 12. 99
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Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
venerdì 18 dicembre 2009
Sette Bambini d’Oro
Ho rimandato un po’ la pubblicazione di questo post… perché è sempre difficile parlare dei propri sogni. Non quelli ad occhi aperti, quelli che si fanno proprio dormendo!
Qualcuno pensa che dormire molto sia solo una perdita di tempo, invece per me è essenziale. Sarà perché ho la tendenza a pensare troppo, e i sogni, si sa, hanno la funzione di rimettere ordine nelle idee e di svuotare il cervello.
Io, la notte, faccio moltissimi sogni, e li ricordo spesso.
Quando non li ricordo bene, rammento comunque di aver sognato. Di solito sono sogni molto complicati, pieni di gente, personaggi, luoghi e colori.
Però nelle ultime settimane, probabilmente a causa dello stress, ho fatto sogni poco piacevoli, alcuni erano quasi degli incubi. Ho trascorso alcune notti a dormire poco e male, e per un ghiro come me, periodi così sono devastanti.
Per superarli ho cercato nel mio vasto repertorio di sogni se ce ne fosse uno particolarmente bello da ricordare, e mi è tornato in mente che qualche anno fa ho sognato sette bambini fatti d’oro. Qualcuno mi accompagnava da loro e me li mostrava dicendo che erano i miei figli.
Erano di età diverse, il più grande, sui quattordici anni, teneva in braccio il più piccino, che aveva pochi mesi, e me lo porgeva. Tutti emanavano una meravigliosa luce, calda, dorata.
Non so descrivere il sentimento di stupore e meraviglia che provai durante quel sogno, e come mai mi è tornato in mente dopo tanto tempo.
Però così ho smesso di fare sogni brutti…
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giovedì 17 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
Presepio scolastico
Ce l'ho fatta anche quest'anno! Ecco a voi le foto del presepio della scuola.
Beh, ce l'ho fatta con l'aiuto dei ragazzi naturalmente, e con la disponibilità dei colleghi che mi hanno permesso di far perdere qualche mezz'ora di lezione ad alcuni miei allievi... Ho fatto il conto anche delle ore, stavolta. Mi ci sono volute 9 ore solo per l'allestimento, ore fuori servizio, naturalmente!
Tutte le casette, i personaggi e gli animali sono stati creati dai ragazzi durante i laboratori di manualità dello scorso anno, con cartapesta e materiali di recupero. Non saranno dei capolavori, ma adesso che hanno tagliato le ore di laboratorio sono diventati oggetti preziosi!
Cercherò di farmi durare tutto il materiale anche per gli anni a venire!
I ragazzi si divertono un mondo a fare il presepio, gli ultimi ritocchi li ho dati con tre allievi durante le "attività alternative all'ora di religione"! :-)
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giovedì 10 dicembre 2009
Non mi ricordo più
Non mi ricordo più
cosa è successo
quella volta,
se te l’ho detto e
come te l’ho detto
quando te l’ho detto.
Se hai capito
se ci hai pensato
se te ne sei ricordato
(questo no, sicuro, questo no)
se avevi capito
(questo no, probabilmente, forse no…)
se mi era importato
e come mai
ora mi importa
così tanto
vorrei sapere
vorrei ricordarmi
cosa facevo
cosa leggevo
mentre ti pensavo
mentre ti pensavo
mentre ti pensavo
…
Mara Bagatella - 10 dicembre 2009
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Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
mercoledì 9 dicembre 2009
Un briciolo di coerenza
Se un uomo non è disposto a morire per le sue idee, o non vale niente lui o non valgono niente le sue idee.
Ezra Pound
Gironzolando nel web, ho trovato questa citazione, sul sito di un blogger di mia conoscenza. Bisogna ammettere che sono parole forti, che ti suscitano dentro delle domande… Sinceramente non saprei dire se sarei disposta a morire per le mie idee.
A fare un’affermazione del genere mi sentirei presuntuosa. Perché parlare è facile, ma bisogna vedere se, poi, alle affermazioni seguono le azioni.
Tanto per cominciare mi sono fatta delle domande sull’autore della frase in questione: chi era Ezra Pound? Si è comportato in modo coerente con le sue parole?
Sapevo che Ezra Pound era un poeta e uno scrittore, perché l’ho trovato citato negli scritti di T. S. Eliot. Per il resto mi è bastato dare un’occhiata a Wikipedia. In effetti, Ezra Pound è stato un personaggio che ha pagato per le sue idee, con la prigionia e l’internamento in un manicomio criminale, addirittura. Non so giudicare se poi le sue idee fossero giuste o meno, certo è che lui le ha espresse, in un periodo storico non facile, e ne ha sofferto le conseguenze.
Ed io?
Sarà che io non ho mai la certezza assoluta su nulla, non ho mai la risposta in tasca, sono sempre presa da mille dubbi. Tuttavia, pur con i miei mille dubbi vado avanti, cerco comunque di camminare… cerco. Camminare senza avere certezze assolute, farsi domande in continuazione è faticoso, è come camminare in una foresta senza cartina né bussola.
La parte positiva, in tutto ciò, è che mi sento libera, di cambiare idea, di cambiare strada se voglio.
E, certo, non mi sento disposta a morire per qualche cosa che potrebbe non avere un valore assoluto.
So che per le mie idee sono disposta a vivere.
Anche a far questo, credo ci voglia coraggio. Inoltre, ho come la sensazione che a vivere per le proprie idee si faccia più fatica che a morire…
Non credo che le persone votate alla morte per le loro idee siano per forza di cose degli eroi. Quelli che fanno gli attentati suicida, ad esempio, sono sicuramente convintissimi delle loro idee, e altrettanto sicuramente da qualcuno sono considerati eroi, ma io non sono dello stesso parere.
Secondo me i veri eroi sono persone che vogliono vivere, e portare a termine quello che hanno iniziato. Anche se sanno che è rischioso, anche se, magari, hanno paura. Credo che soltanto chi ha un forte attaccamento alla vita è disposto a lottare per cambiare le cose, per creare un mondo migliore. Chi corteggia la morte è soltanto alla ricerca di una gloria personale.
Sarebbe sufficiente un briciolo di coerenza in più, da parte di tutti, per rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore. Un briciolo, non una tonnellata… altrimenti dalla coerenza si passa al fanatismo, e quella tonnellata diventa di tritolo.
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martedì 8 dicembre 2009
Adeste fideles
L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, in molte case è tradizione dare il via alle decorazioni natalizie: chi fa il presepe, chi addobba l'albero... Nelle scuole, in realtà si inizia molto prima perchè organizzare le attività natalizie (decorazioni degli ambienti della scuola, preparazione del concerto, canti poesie, recite...) porta via un sacco di tempo.
Io di solito in questi giorni sono stressatissima, perchè devo allestire il presepe prima della giornata di ricevimento dei genitori, perchè nel mese di dicembre si accavallano un sacco di riunioni, consigli di classe ecc. e poi perchè io, probabilmente, in una vita precedente ero un ghiro, d'inverno ho sempre sonno e le energie sono agli sgoccioli!
Comunque, tra poco è Natale, inutile nascondercelo: è nell'aria... anche se negli ultimi anni faccio sempre più fatica a riconoscerlo. Troppa pubblicità, troppi Babbi Natale di plastica, luci psichedeliche al posto delle candeline... e poi le canzoni.
Lo scorso anno sono andata alla Messa di mezzanotte e mi sembrava di stare all Zecchino d'Oro. Le canzoni natalizie tradizionali non si cantano più... pezzi musicali di intensa, secolare bellezza, sostituiti da motivetti insulsi ed infantili. Non basta mettere insieme quattro note da jingle pubblicitario per fare un canto natalizio...
« Adeste fideles læti triumphantes,
venite, venite in Bethlehem.
Natum videte Regem angelorum.
Venite adoremus (ter)
Dominum.
En grege relicto humiles ad cunas,
vocati pastores adproperant,
et nos ovanti gradu festinemus.
Venite adoremus (ter)
Dominum.
Æterni Parentis splendorem æternum,
velatum sub carne videbimus,
Deum infantem pannis involutum.
Venite adoremus (ter)
Dominum.
Pro nobis egenum et fœno cubantem
piis foveamus amplexibus;
sic nos amantem quis non redamaret?
Venite adoremus (ter)
Dominum. »
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venerdì 4 dicembre 2009
martedì 1 dicembre 2009
SOS Infanzia: Riguardo ad Internet
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Qualche tempo fa mi è arrivata una lunga e-mail circolare del Presidente dell'Associazione SOS Infanzia, che avvertiva gli iscritti e i simpatizzanti di aver abbandonato (come associazione) il social network "Facebook" e ne spiegava le motivazioni.
Mi piace moltissimo il modo di scrivere di quest'uomo, la passione che mette nelle battaglie della sua Associazione, e gli ho chiesto il permesso di pubblicare, almeno in parte, la sua lettera (dato che è lunghissima).
Ho trovato infatti molto interessanti le sue osservazioni sul rapporto che corre tra educazione e nuove tecnologie. Spero che troviate il tempo per leggerle con attenzione, e se vi interessa, anche di visitare il sito dell'Associazione:
www.sosinfanzia.org
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Qualche tempo fa mi è arrivata una lunga e-mail circolare del Presidente dell'Associazione SOS Infanzia, che avvertiva gli iscritti e i simpatizzanti di aver abbandonato (come associazione) il social network "Facebook" e ne spiegava le motivazioni.
Mi piace moltissimo il modo di scrivere di quest'uomo, la passione che mette nelle battaglie della sua Associazione, e gli ho chiesto il permesso di pubblicare, almeno in parte, la sua lettera (dato che è lunghissima).
Ho trovato infatti molto interessanti le sue osservazioni sul rapporto che corre tra educazione e nuove tecnologie. Spero che troviate il tempo per leggerle con attenzione, e se vi interessa, anche di visitare il sito dell'Associazione:
www.sosinfanzia.org
Questa non vuole essere una battaglia “contro” Facebook ma un impegno “per” i minori, sempre con l’obiettivo di essere per loro modello di riferimento nel tentativo di favorire sistemi di comunicazione e di relazione che favoriscano le esperienze reali e interpersonali piuttosto che virtuali.
Internet è uno strumento indispensabile e fondamentale per le comunicazioni, la conoscenza, ed ha favorito in modo innovativo a veicolare la globalizzazione anche del sapere.
E’ uno strumento, un elettrodomestico al pari di un televisore ed è pericoloso solo in base all’uso che se ne fa soprattutto in rapporto all’utilizzo che ne fanno i minori.
E’ dimostrato e riportato in letteratura che quanto più tempo un bambino passa davanti a uno schermo, tanto meno egli risulta socievole ed altruista, proprio perché in lui si riducono i tempi e le opportunità, e di conseguenza le motivazioni all’esperienza.
Sentiamo il dovere di non favorire l’ipocrisia e la falsa coscienza di una rappresentazione virtuale dell’esistenza, dove saltimbanchi, buffoni ed imbonitori uniformano la cultura popolare nel nulla televisivo per esempio, o dove le conoscenze virtuali diventano per i nostri ragazzi un modo per
nascondersi e spostare sempre più in avanti il momento fondamentale per fare esperienze reali e maturare. Se i nostri giovani trovano spazio solo all’interno di una stanza chiusa o di un monitor significa che noi adulti abbiamo rinunciato al nostro ruolo di guida e di modello per i giovani
cedendo, arrendevolmente, il posto prima alla tv ed in ultima analisi alle nuove tecnologie informatiche, ad internet.
Internet che proietta in un mondo che non è quello reale, che non è quello dello spazio fisico, ma è senza spazio, senza confini fisici.
Questa società ha bisogno di veri padri e vere madri, di insegnanti motivati e di umili animatori, di educatori, insomma, che con amore e donazione sappiano essere modelli di riferimento dimostrando quanto è più bella una vita costruita sull'amore, sulla giustizia, sulla onestà, sul rispetto reciproco, sulla verità.
E quando un bambino o un adolescente avrà acquisito i valori più importanti , non solo distoglierà la sua attenzione dalle cose vuote, ma avrà imparato a dare un senso profondo alla propria esistenza.
I nostri giovani scappano e si nascondono in internet perché non abbiamo fornito una prospettiva diversa dal fallimentare e ossessivo luogo di rappresentazione, alla concretezza della logica di mercato che valorizza solo ciò che possiede un valore immediato o un interesse di tornaconto
personale.
Oggi vale solo ciò che è rappresentato su un video, poco importano i contenuti in un mondo virtuale dove ogni cosa ne vale un’altra.
Ci dobbiamo impegnare per riaffermare i veri valori della vita, incentivando forme diverse di socializzazione. Formazione ed educazione che consista nello stimolare il recupero e la valorizzazione di una risorsa interiore, di una forma mentis creativa e ricreativa, risvegliando una coscienza personale, individuale, di cui ogni soggetto costituisce un’esperienza, una vita ed un dialogo vero che possano riunire, fare incontrare le persone tra di loro per ritrovarsi nell’insieme di persone diverse.
E’ importante promuovere valori educativi e culturali che mirino ad ottenere il fondamentale obiettivo di recuperare e tutelare le specificità di ogni singolo minore nella loro unicità.
Porre in atto un argine diffuso e condiviso contro la violenta invasione del pensiero unico veicolato dai massmedia e al tentativo di uniformare le coscienze che la cultura consumistica ha l’esigenza di ottenere.
Forse un po’ tutti noi adulti ci siamo nascosti, impauriti forse dalle nuove tecnologie, sicuramente impreparati ma siamo anche capaci di accettare la sfida educativa e ritrovare lo stimolo e la forza di insegnare ai nostri figli non a nascondersi in internet ma magari di giocare a nascondino.
Il Presidente Graziano Guerra
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