fotogramma da "La sposa cadavere" film di animazione di Tim Burton |
In concomitanza con la festa di Ognissanti, che oramai quasi tutti chiamano Halloween, abbiamo assitito al dilagare di commenti di ogni tipo su questa ricorrenza e sul modo di festeggiarla.
Stupisce quanto un argomento apparentemente di poca importanza, come una festa popolare, divida le persone in fazioni, talvolta molto agguerrite.
In particolare, ho letto su Internet messaggi davvero inquietanti provenienti da movimenti religiosi cristiani, cattolici e non, dai toni decisamente inquisitori e intolleranti.
Halloween è davvero una festa "diabolica" come si può leggere su diversi siti, uno per tutti, la pagina Facebook di don Gabriele Amorth, il famoso prete esorcista?
Abbiamo davvero bisogno di esorcizzarla con flash mob come quello suggerito dal sito "cristiani.info" in cui una bionda signora biancovestita invita a girare per le città offrendo ai passanti "dolcetti e versetti" (biblici)?
Quali sono le vere radici di una festa da molti disprezzata perchè "di importazione"?
Io credo che, dal Medioevo ad oggi, il vero male che non ha mai cessato di tormentarci, è sempre stato uno solo: l'ignoranza.
Ecco allora che due righe scritte da una persona ferrata in materia, possono aiutarci a sbrogliare la matassa: l'articolo che vi invito a leggere è di Giulia Roncari, dottoressa in lettere moderne, che si è laureata con una tesi un po' particolare: la morte vista attraverso i riti e le superstizioni.
HALLOWEEN (di Giulia Roncari)
Certo, la notte del 31 ottobre, può esserci qualche idiota che decide di approfittare dell’atmosfera per riti satanici, inni al diavolo e via dicendo, ma per la maggior parte delle persone, a quanto ho avuto modo di vedere anche quest’anno in giro, Halloween è una scusa per far festa, magari mascherarsi, e per i bimbi rimpinzarsi di dolci.
Non che mi piaccia in realtà questo evento così come si presenta, frutto di una “oltreoceanica” operazione di marketing, ma non è questo il punto: quale festa, ormai, non è stata ancora mercificata? Tutti a dire che è una festa importata….forse ci dimentichiamo da chi è stata popolata l’America. Ci sta solo ritornando ciò che ci apparteneva, ovviamente svuotato del valore originario e strascicato in una forma stilizzata di rito, divenuto semplice folclore.
Prendendola molto alla lontana, all’epoca dei Romani esisteva una forte connessione tra i vivi e gli spiriti dei defunti. A febbraio si celebravano i "parentalia" o "feralia", feste in onore dei defunti, in cui si pensava che gli spiriti degli antenati ritornassero a vagare sulla terra; per non irritarli venivano portate libagioni e offerte votive alle tombe e allestiti banchetti.
Non solo il mondo greco-romano, ma anche le culture nordiche e quelle medio-orientali (vedi la stessa Bibbia) condividevano un retroterra culturale che ammetteva la presenza degli spiriti (non necessariamente negativi).
Le testimonianze di apparizioni di spettri e fantasmi hanno un notevole incremento nel Medioevo: non che esistessero di per sé, è la memoria dei vivi a tenerli ancora ancorati a questo mondo, quando il vuoto della morte non riesce a essere colmato la presenza ritorna, ma in modo irrelativo e allucinato, come spettro appunto.
Qualunque motivo impedisse l’andamento naturale della dipartita, compresa la serie dei conseguenti riti di sepoltura, portava a una morte “irrisolta” e quindi un mancato distacco da parte dei vivi dall’anima che si interponeva così fra i due mondi.
Fu la Chiesa a demonizzare tali visioni (S.Agostino in primis), tacciandole come opera del maligno che crea allucinazioni e manipola la mente, ma come giustificare allora le apparizioni di Santi, a monaci, vescovi, re, ecc? Semplice, la loro garanzia di veridicità era data dal loro stesso status: il calibro del sognatore non ammetteva dubbi sull’affidabilità dell’apparizione di origine in quel caso divina.
Tuttavia fu proprio la Chiesa a trarne vantaggio, quando con l’istituzione del Purgatorio nel XIII secolo, facevano comodo tutte quelle anime che necessitavano di messe, suffragi, offerte, per trovare finalmente pace e raggiungere il Paradiso. Nacque una vera e propria “economia della salvezza”.
Ma ritorniamo ad Halloween. Sempre nel Medioevo non erano solamente le singole anime dei defunti ad apparire, ma frutto di una più profonda stratificazione culturale, strettamente legata al mito, esistevano visioni di intere schiere di anime, sante o dannate a seconda dell’occasione.
La maggior parte delle volte erano assimilate al mondo ctonio, e assumevano quindi connotati aggressivi e infernali. Queste schiere in particolare hanno un forte legame con i rituali che prevedono maschere (già i fantasmi presso i romani si definivano "larvae", dal doppio significato di “fantasma” o “maschera”, ma in molte lingue e culture il termine che designa la maschera è legato al regno dei morti), in quanto l’unico modo per rappresentare l’Altro nella morte, e al tempo stesso proteggere la propria identità dall’annullamento era quello di mascherarsi.
Una grande vastità di feste rituali, che comprendono un’area geografica europea vastissima, prevedevano l’uso delle maschere (dallo charivari, al carnevale, ai riti di iniziazione… in ognuno di questi la maschera assumeva il significato di Alterità, con diverse accezioni, ma sempre per diventare Altro).
Un esempio calzante riguarda le questue compiute dai ragazzini, spesso mascherati, nel periodo tra Natale e l’Epifania, che giravano di casa in casa a chiedere dolci o piccole somme di denaro in cambio di canzoni o filastrocche; nel caso di un rifiuto scattavano maledizioni e improperi. Erano numerose le usanze simili, in tutta Europa. Come non paragonarli ai bambini nella notte del cosiddetto Halloween (dolcetto o scherzetto)?
Non è stata forse la Chiesa a intromettersi nelle feste religiose che esistevano dalla notte dei tempi, e non riuscendo a estirparle, le ha semplicemente inserite nel calendario liturgico dedicandole a qualche santo o al compleanno e alla morte di Gesù?
Non è Ognissanti che ha assunto connotati demoniaci, al contrario è un rito religioso, che esisteva ancor prima del cristianesimo, in onore dei defunti, che è stato spogliato del suo significato originario, per dare una ripulita alle tombe una volta l’anno e scagliare occhiate torve alle ragazzine in giro di notte vestite da strega.
Se siete interessati ad approfondire la questione:
JEAN CLAUDE SCHMITT: “Religione, folklore e società nell’Occidente medievale”, “Spiriti e fantasmi nella società medievale”, “Medioevo superstizioso”.
CARLO GINZBOURG: “Storia notturna. Una decifrazione del sabba”
JAQUES LE GOFF: “La nascita del Purgatorio”
MICHEL VOVELLE: “La morte e l’occidente”