giovedì 29 luglio 2010

POST-IT

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I post-it sono comodi, se ti vuoi ricordare di qualche cosa… ed io ne ho bisogno sempre più spesso. Per esempio, avevo scordato quanto fosse importante ricordarmi di QUESTO.
L’ho scritto tempo fa, e l’ho anche appeso alla porta di casa. Chi entra in casa mia per la prima volta non può fare a meno di notarlo e di chiedermene il significato.
Io spiego che serve a ricordare a me stessa di non perdere il mio tempo con persone alle quali importa poco di me… però è anche vero che devi frequentarle, le persone, per scoprire se a loro importa, oppure no. È molto difficile saperlo in anticipo.

Un’altra cosa che tendo a dimenticare è la mia età…
Circa un anno e mezzo fa, un mio allievo, su un tema ha scritto questo:

“La mia prof di arte ha i capelli rossi e gli occhi verdi. Ha 37 anni, ma qualche volta si comporta (senza offesa) come se ne avesse 12.”


La cosa mi ha fatto molto ridere… però recentemente qualcuno mi ha fatto ricordare che io, a 12 anni ho imparato a cucinare. I miei mi hanno messo in mano una copia delle chiavi di casa, mi hanno regalato un orologio da polso e mi hanno affidato i miei fratellini, perché loro avevano un lavoro che li teneva entrambi lontani da casa.
A 12 anni ho iniziato a soffrire di mal di schiena. Praticamente ero diventata una vecchietta… ed ora, ogni tanto, mi ricordo di riprendermi qualcosa che ho perso, e non ci trovo proprio niente di male.

Ah, dimenticavo… oggi è il mio compleanno. Volevo ringraziare tutti quelli che se ne sono ricordati. E senza nemmeno il post-it…
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martedì 27 luglio 2010

intervista con me stessa (9)

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Ammalarsi crea confini.
Tra quello che ti interessa davvero e quello che ti interessa poco. O nulla.
Tra quelli a cui interessi davvero e quelli a cui non interessi.
Per questo le malattie non sono piacevoli, eppure sono preziose.

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sabato 24 luglio 2010

Comunicato Stampa - Stupri

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(Non ho il televisore da 3 anni e quindi non posso giurare che questa notizia non sia passata in nessun telegiornale. Però ho l'impressione che se ci scommettessi sopra, avrei alte probabilità di vincere.)


L'Osservatorio sui Diritti dei Minori attacca la sentenza della Corte Costituzionale: "Inaccettabile. Donne e bambini cittadini di serie B"

22 luglio 2010 - E' dura e vibrata la protesta dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori relativamente alla sentenza della Corte Costituzionale che sancisce, nei casi di pedofilia e prostituzione minorile, la non obbligatorietà del giudice a disporre o mantenere la custodia in carcere dell'indagato a favore di misure cautelari alternative.
L'avvocato Antonino Napoli, responsabile dell'Ufficio Legale dell'Osservatorio, critica la sentenza della Corte Costituzionale: "Che - afferma - non considera i pedofili malati a rischio di elevata reiterazione del reato".
Napoli ricorda che: "Fino ad oggi, l'unico strumento per evitare la reiterazione dei reati della stessa specie è il carcere, pertanto erra la Corte Costituzionale nel ritenere che i fatti integranti i delitti in questione possono essere meramente individuali e tali da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo e rigidamente con la massima misura. Tale impostazione - continua l'esponente dell'Osservatorio - potrebbe essere condivisibile solo se vi fossero in Italia normative volte ad imporre ai pedofili ed ai fruitori di materiale pedopornografico cure in strutture idonee al relativo trattamento, coniuganti anche le esigenze di cautela sociale".
"La Corte Costituzionale - conclude Napoli - che dovrebbe essere la sentinella del diritto vivente, non ha considerato gli effetti devastanti di questa pronuncia, che consentirà agli accusati di pedofilia, nonostante la gravità indiziaria a loro carico, di rimanere liberi e commettere indisturbati reati della stessa specie".


Al giudizio tecnico dell'avvocato Napoli si aggiunge quello del sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio e consulente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia, a parere del quale: "Ancora una volta la legge contempla donne e bambini quali cittadini di serie B e tutto ciò è inaccettabile. Lo Stato dovrebbe garantire giustizia alle vittime, non agevolazioni ai delinquenti".


Voi lo sapevate? Magari si, dato che usate Internet, magari no... la cosa che mi fa più imbestialire non è tanto la notizia in sè, ma il fatto che sia passata così sotto silenzio. Su Facebook, in occasione di notizie su maltrattamenti di minori, o di violenze sessuali, nei mesi scorsi, ho letto e visto di tutto. Link sull'evirazione pubblica in non mi ricordo più quale Paese mussulmano... invettive violente, gente che augurava ai pedofili le cose peggiori, un vero linciaggio. E poi, invece... Quando esce una notizia come questa, un chiaro segnale sul fatto che l'Italia sta andando verso la depenalizzazione di questi reati gravissimi, nessun clamore, nessuna protesta. Allora, mi viene da pensare che siamo noi, che è colpa nostra, che siamo solo capaci di gridare al vento, di scendere in una piazza virtuale a vomitare insulti che sono solo sfoghi di rabbie accumulate per ben altri motivi. Che di bambini e donne violentati non ce ne frega niente, che non ci rendiamo conto che cambiare una legge non è come cambiare un vestito o un paio di scarpe, che questa notizia è gravissima, più grave ancora del reato in sè, perchè significa la rinuncia a punire quel reato, significa girare la testa dall'altra parte, significa che il nostro sta diventando un Paese incivile, una jungla, dove vige la legge del più forte, dove ci basta un linciaggio mediatico per sentirci a posto con la coscienza. Sono disgustata, delusa, esterrefatta, sono sempre più convinta che l'Umanità stia regredendo anzichè progredire. Sono arrabbiata e vedo troppo poca gente altrettanto arrabbiata, intorno a me.
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venerdì 23 luglio 2010

Herpes Zoster 2 - La vendetta

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(immagine dal web)

Ecco, è tornato. Chi se lo aspettava? Siccome è un virus strettamente imparentato con la varicella, credevo che, una volta avuto, poi basta, a posto così e grazie.
Invece no. Il dottore mi ha spiegato che può tornare quando vuole, ogni volta che mi si abbasseranno le difese immunitarie.
Ciò significa che me lo devo aspettare almeno una volta all'anno, dato che fisicamente non sono proprio una roccia?
Accidenti...

Tra l'altro in estate è molto più fastidioso: tra il prurito delle punture di zanzara e quello dell'Herpes, il nervosismo è alle stelle...
Faccio tutto a piccole dosi, anzi, piccolissime: mangio e non spreparo la tavola ma vado a letto, ma solo per un'ora perchè altrimenti poi non dormo di notte. Mi alzo, prendo la medicina (che è pure cattiva), spreparo la tavola, sistemo i piatti nella lavastoviglie, rispondo al telefono, mi siedo un attimo...
Poi vado in bagno a sciacquarmi e a rimettere la crema perchè nel frattempo ho sudato e mi sto grattando a morte.
Dio, che stress...
Rispondo al telefono e nel frattempo, per fortuna, arriva mia madre che ho pregato di andare in erboristeria a comprarmi l'olio essenziale di Tea Tree...

Già, perchè siccome mi sto riempiendo di medicinali, e anche piuttosto forti, almeno la crema contro il prurito me la faccio io.
A dire il vero, quasi tutte le creme me le faccio da sola, già da qualche anno, e per fortuna, considerate le informazioni che si ricavano dalla visione del seguente video:
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Non è che con il mio scarso inglese abbia capito proprio tutto, ma ci sono le animazioni che chiariscono piuttosto bene il concetto, direi.

Allora, vai con la ricetta della crema antiprurito: si prende un contenitore da 30 ml, possibilmente in vetro o ceramica (io conservo i vasetti delle miniporzioni di confettura o di miele, oppure quelli delle creme che compravo prima) e vi si mescola del burro di karitè e un po' di olio di mandorle; ormai questi ingredienti li potete trovare abbastanza facilmente dappertutto, non solo nelle erboristerie.
Mescolate bene, fino ad ottenere una consistenza morbida (il burro di karitè è piuttosto denso, per questo ci vuole l'aggiunta di olio di mandorle) e aggiungete 8 gocce di olio essenziale di tea tree e 8 di olio essenziale di lavanda.
Oppure potete fare 5 gocce di tea tree, 5 di lavanda e 5 di menta (questa ricetta va bene anche per foruncoli e punture di insetto).

Se non avete a disposizione il contenitore da 30 ml, ricordate che la dose è di circa 5 gocce di olio essenziale per ogni 10 ml di crema, anche se gli oli essenziali di lavanda e tea tree sono gli unici che si possono usare anche puri.
Non sono un'erborista, ma questa ricetta me la sento di darvela perchè la uso da anni e ne ho constatato l'efficacia... l'importante è che leggiate bene le etichette di qualsiasi cosa compriate, state attenti soprattutto agli oli essenziali che siano di una buona marca e siano PURI.

Detto questo vi auguro di non beccarvi MAI, ma dico MAI l'Herpes Zoster...
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giovedì 22 luglio 2010

Ragno


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(Ragno - Illustrazione di Mara Bagatella - luglio 2010)
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(dall’album Manifesto Abusivo di Samuele Bersani)

Ragno, se con l’arte nun ce magno
dimmi tu che cosa fare
tu che sei così esemplare
nel tuo nobile filare
in quell’angolo di stanza
sei un esempio di costanza
dammene un pochetto pure a me
Ragno, dimmi chi te lo fa fare
con quell’arte sopraffina
chiuso dentro una cantina
e nessuno ad ammirare
sei l’artefice incompreso
di un lavoro senza peso
dammi retta
lascia stare

Io che mo sò ragno de cantina posso ditte che nun ce sta mejo cosa che svejasse la mattina co la convinzione d’avè fatto un lavorone pure se nun chiappo mai manco un moscone

Ragno, ti nascondi dietro il tuo strafare
tu non vuoi considerare
che sei solo nullità
Ragno basterà uno scopettone
senza troppa precisione
per distruggerti la tela
e sloggiarti dal cantone
In quell’angolo di stanza
sei un esempio d’eleganza
ma che ce farai povero te?
Ragno, non ti scoccia star lì appeso
rincorrendo l’utopia
di una tela che t’ha reso
servo della geometria
dentro quella cella scura
tutta la tua tessitura
non fa più neanche paura

Io che mo sò ragno de cantone posso ditte che nun ce sta mejo cosa che avè scelto sta missione quella d’esse ragno senza avecce mai un compagno che m’acciacca chi me scarica ner bagno
Ragno, se con l’arte nun ce magno
dimmi tu che cosa fare
tu che sembri un luminare, mi pare
Resta solo il dubbio se impiegasse
all’ufficio delle tasse
pe trovà una dignità tù dù à
non contando che pure a volello
è difficile anche quello
con la crisi che ce sta
Ra...gno

(Angelo Conte)
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martedì 20 luglio 2010

La notte, il giorno

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(foto: Mara Bagatella 2009)

In questo periodo sono felice che la Natura non mi abbia dotato di un pulsante per l'autodistrizione, perchè sono talmente rimbecillita dal caldo che potrei anche spingerlo inavvertitamente... Ho sempre preferito la notte al giorno, di notte sono più sveglia, più attiva, mi vengono le idee...
Ma qui si esagera! Colpa del caldo, delle ferie (passate a casa), dei pochissimi impegni (cerco di fare almeno la spesa ogni tanto), ma sto veramente prendendo la notte per il giorno e viceversa... Se vado a letto all'una non dormo, se vado a letto alle due nemmeno. Alle tre si comincia a ragionare, purchè un temporale notturno non sopraggiunga a tenermi sveglia fino alle quattro o alle cinque. Allora mi rassegno, mi alzo dal letto, prendo un (blando) sonnifero e sposto la sveglia alle dieci e mezza di mattina. Alle dieci però mi sveglio (senza sollecitazioni meccaniche) con in testa una sola idea: devo annaffiare le piante. Se non avessi le mie piante da accudire probabilmente resterei a letto fino a mezzodì... beh, non lo so... Il pomeriggio, ovviamente, crollo: vado a letto verso le due o le tre e sono capace di dormire anche fino alle sei del pomeriggio. Non credo sia uno stile di vita sano, ma non so che farci! nel giro di tre settimane il mio fuso orario è cambiato e non riesco ad invertire il processo... Nel frattempo, una delle poche cose costruttive che riesco a fare è leggere, e ho pensato di portare alla vostra attenzione questo frammento, che mi ha colpito moltissimo... ...e scusate se non scrivo niente di mio in questi giorni, ma i miei neuroni sono in vacanza (credo), e non so nemmeno dove... spero mi mandino almeno una cartolina...


"Un testo anonimo della Tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano, e il loro spazio risulta limitato dalle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni, e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere una grande avventura.
I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perchè nella storia di ogni pianta c'è la crescita della Terra intera."


(da: Paulo Coelho - Brida)

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sabato 17 luglio 2010

Un tempo...

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UN TEMPO IL NOSTRO CORPO ERA SACRO

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mercoledì 14 luglio 2010

Enigma

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(foto di Federico Baldisserotto - 2010)


Sei come il ricordo
di un cancello
nascosto da una siepe
percorsa dal brivido
di un tramonto estivo.
Grilli nel crepuscolo
e lucciole
e piedi scalzi che dondolano
da una staccionata.

Albero antico
e foglia nuova
infanzia trascorsa
accanto a ruscelli e spine
ascoltando il vento.

Sei come il caprifoglio ondeggiante
che stupisce fiorendo a maggio
e si sporge
e annuisce dicendo:
“Guardami
eccomi
sono sempre
stato qui”.

L’albero è antico, ma la foglia è nuova
ed io la vedo
per la prima volta.

Anche il ragno
che vi ricama attorno,
è antico
come pure l’ombra
verde profonda
in cui si cela.

Così sei, e così sei stato.

Prima delle tue mani
solo nuvole, o cocci di vetro.

Infanzia trascorsa
accanto a ruscelli e spine
seduta
ascoltando il vento
chiedendo
senza sapere cosa.


Mara Bagatella VI-VII 2010

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Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.

lunedì 12 luglio 2010

ER NEMMICO

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(immagine dal web)

Un Cane Lupo, ch'era stato messo
de guardia a li cancelli d'una villa,
tutta la notte stava a fa' bubbù.
Perfino se la strada era tranquilla
e nun passava un'anima: lo stesso!
nu' la finiva più!

Una Cagnola d'un villino accosto
je chiese: - Ma perchè sveji la gente
e dài l'allarme quanno nun c'è gnente? -
Dice: - Lo faccio pe' nun perde er posto.
Der resto, cara mia,
spesso er nemmico è l'ombra che se crea
pe' conservà un'idea:
nun c'è mica bisogno che ce sia.



Trilussa, da "Giove e le bestie" - 1932


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venerdì 9 luglio 2010

Arte giapponese

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Hokusai, Tartarughe nella corrente,
della serie Grandi immagini della natura (1832-1833)


"Dall'età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dai cinquanta pubblico spesso dei disegni, tra quel che ho raffigurato in questi settant'anni non c'è nulla degno di considerazione. A settantatre ho un po' intuito l'essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor di più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche un solo punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra loro signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato. Dichiarato da Manji il vecchio pazzo per la pittura."


Hokusai
, (1760-1849) in un'autobiografia composta a settantacinque anni
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Hiroshige, Due anatre su un corso d'acqua mentre nevica (1834 circa)

"Dietro di me, a Edo, lascio il mio pennello. In cammino per un nuovo viaggio, ammirerò tutte le celebri vedute del Paradiso d'occidente."


versi composti da Hiroshige Utagawa (1797-1858) in punto di morte, il sesto giorno del nono mese del 1858

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mercoledì 7 luglio 2010

L'acqua nel pozzo

...(immagine dal web)


Un uomo chiese a un monaco: "Che cosa ti insegna la tua vita di silenzio?". Il monaco, che stava attingendo l'acqua da un pozzo, gli disse: "Guarda giù nel pozzo! Che cosa vedi?". "Non vedo nulla" rispose l'uomo. Passò un po' di tempo e il monaco gli ripetè: "Guarda ancora! Cosa vedi?". "Ora vedo me stesso: mi specchio nell'acqua". Il monaco concluse: "Quando l'acqua è agitata, non si vede nulla. Ora l'acqua è tranquilla. E' questa l'esperienza del silenzio: l'uomo vede se stesso!".

PARABOLA DEI PADRI DEL DESERTO
(tratta da Breviario laico di Gianfranco Ravasi)

martedì 6 luglio 2010

giornata mezza persa e mezza no...

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Oggi non sto bene nemmeno "spaparacchiata"...
Sono andata in libreria e mi sono comprata una raccolta di Trilussa.
Beh, il mal di testa non mi ha permesso nemmeno di leggere in pace! Perciò, beccatevi questa e speriamo in giornate migliori...



(immagine dal web)
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domenica 4 luglio 2010

il calcolo logico delle probabilità

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Amo Branduardi, ma ho sempre ascoltato le sue canzoni senza farmi molte domande: da dove viene un determinato testo, da dove escono le note delle sue canzoni...
Di solito mi limito ad ascoltare e ad emozionarmi, anche se so benissimo che questo autore ha una cultura puttosto vasta e mette nelle sue canzoni citazioni di poeti, di storie, persino di quadri.

Questa però è molto bella e non ho resistito, l'ho "rubata" alla sua pagina su Facebook, perchè mi ha sempre commosso, fin dal primo ascolto, anche se non sapevo assolutamente chi fosse l'autore della lettera cantata in questo brano.

In fondo avrebbe potuto essere di chiunque... oppure no?
Ho già parlato, tempo fa, di uomini disposti a morire per le proprie idee. Oppure a vivere.

... meglio la seconda.

Quello della lettera dice di non averla mai cercata, la morte, ma di averla messa in conto, come una probabilità tra le tante.
In fondo si può morire in tanti modi, si può morire da un momento all'altro, si può morire in modo inaspettato, in modo stupido persino. Non credo sia importante come si muore, ma come si vive. Giorno per giorno, pensando che la vita è un dono che non avremo per sempre.

Queridos viejos:
Otra vez siento bajo mis talones el costillar de
Rocinante, vuelvo al camino con mi adarga al brazo.
Hace de esto casi diez años, les escribí otra carta de despedida. Según recuerdo, me lamentaba de no ser mejor soldado y mejor médico; lo segundo ya no me interesa, soldado no soy tan malo. Nada ha cambiado en esencia, salvo que soy mucho más consiente, mi marxismo está enraizado y depurado. Creo en la lucha armada como única solución para los pueblos que luchan por liberarse y soy consecuente con mis creencias. Muchos me dirán aventurero, y lo soy, sólo que de un tipo diferente y de los que ponen el pellejo para demostrar sus verdades.
Puede ser que ésta sea la definitiva. No lo busco pero está dentro del cálculo lógico de probabilidades. Si es así, va un último abrazo.
Los he querido mucho, sólo que no he sabido expresar mi cariño, soy extremadamente rígido en mis acciones y creo que a veces no me entendieron. No era fácil entenderme, por otra parte, créanme, solamente, hoy. Ahora, una voluntad que he pulido con delectación de artista, sostendrá una piernas fláccidas y unos pulmones cansados. Lo haré.

Acuérdense de vez en cuando de este pequeño condotieri del siglo XX. Un beso a Celia, a Roberto, Juan Martín y Patotín, a Beatriz, a todos. Un gran abrazo de hijo pródigo y recalcitrante para ustedes.
Ernesto


Cari vecchi,
una volta ancora sento i miei talloni contro il costato di Ronzinante: mi rimetto in cammino con il mio scudo al braccio.
Sono passati quasi dieci anni da quando vi scrissi un’altra lettera di commiato. A quanto ricordo, mi lamentavo di non essere un miglior soldato e un miglior medico. Nulla è cambiato essenzialmente, salvo il fatto che sono molto più cosciente, il mio marxismo si è radicato e depurato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi, e sono coerente con quello che credo. Molti mi diranno avventuriero, e lo sono; soltanto che lo sono di un tipo differente: di quelli che rischiano la pellaccia per dimostrare la loro verità.
Può darsi che questa sia l’ultima volta, la definitiva. Non cerco la morte ma rientra nel calcolo logico delle probabilità. Se così fosse, eccovi un ultimo abbraccio.
Vi ho molto amato, ma non ho saputo esprimere il mio affetto; sono, nelle mie azioni, estremamente drastico e credo che a volte non abbiate capito. Non era facile capirmi, d’altra parte: credetemi almeno oggi. Ora, una volontà che ho educato con amore di artista, sosterrà due
gambe molli e due polmoni stanchi. Riuscirò.

Ricordatevi, ogni tanto, di questo piccolo condottiero del secolo XX. Un bacio a Celia, a Roberto, a Juan Martin e a Pototin, a Beatriz, a tutti. A voi un grande abbraccio di figliol prodigo e ostinato.
Ernesto

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L'Amore

...(immagine dal web)
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"L'amore che doniamo
è l'unico amore che conserviamo"



i miei genitori hanno voluto questa frase sul biglietto che ricordava il loro 40° anniversario di matrimonio.

Tanti auguri ai miei due vecchietti...
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